Lascia stare tutto quello che non vedi,
chiudi gli occhi
e fissa quella linea immaginaria che segue il vento perso
a disegnare una danza disperata in cerca del niente,
un concetto difficile
per chi ha tutto e non ha neanche chiesto per averlo.
Sul binario sette
passa senza fermarsi un treno con destinazione ignota chiamato tempo,
chiudi gli occhi e prendilo al volo
perché la vita è una scommessa, un rischio, un salto nel vuoto
e libera di prendere e lasciare
per ogni persona ACCETTARE è la risposta definita,
quella che possiamo accendere
con una sigaretta tra le dita, un cero in chiesa
o soltanto
con le 37 candeline sulla torta d’una festa a sorpresa,
il compleanno di L'Aura .
Alla stazione in una giornata di vento
cammino sulle rotaie di un treno che non passa
con l’erba cresciuta tra ferro e legno
giocando con i miei passi incerti sulle verghe
e penso che il tempo
che arrugginisce i metalli e corrode il legno
come un tarlo impazzito che vomita segatura
sia soltanto un vento
che corre tra gli alberi spettinati che lo applaudono
da sempre e per sempre
in fuga dal niente per arrivare al niente
perché il tempo
allo specchio si chiama vento,
qualcosa che nessuno vede
ma tutti sanno che esiste
per questo la sua forza affascina
ma in questi giorni senza sole ne speranza
fa solo paura
chiudi gli occhi
e fissa quella linea immaginaria che segue il vento perso
a disegnare una danza disperata in cerca del niente,
un concetto difficile
per chi ha tutto e non ha neanche chiesto per averlo.
Sul binario sette
passa senza fermarsi un treno con destinazione ignota chiamato tempo,
chiudi gli occhi e prendilo al volo
perché la vita è una scommessa, un rischio, un salto nel vuoto
e libera di prendere e lasciare
per ogni persona ACCETTARE è la risposta definita,
quella che possiamo accendere
con una sigaretta tra le dita, un cero in chiesa
o soltanto
con le 37 candeline sulla torta d’una festa a sorpresa,
il compleanno di L'Aura .
Alla stazione in una giornata di vento
cammino sulle rotaie di un treno che non passa
con l’erba cresciuta tra ferro e legno
giocando con i miei passi incerti sulle verghe
e penso che il tempo
che arrugginisce i metalli e corrode il legno
come un tarlo impazzito che vomita segatura
sia soltanto un vento
che corre tra gli alberi spettinati che lo applaudono
da sempre e per sempre
in fuga dal niente per arrivare al niente
perché il tempo
allo specchio si chiama vento,
qualcosa che nessuno vede
ma tutti sanno che esiste
per questo la sua forza affascina
ma in questi giorni senza sole ne speranza
fa solo paura