sarebbe strano se non fosse cosi
davvero.
Lo so nessuno mi da niente
sarebbe strano se cosi non fosse
sarebbe controcorrente.
Lo so la vita è un passaggio verso il nulla
e in men che si dica
ti lascia di stucco
e nemmeno ti trastulla.
Lo so sarebbe meglio alla mia veneranda età
agire come un "Carpe Diem"
ma queste sgualdrine
vogliono soldi a non finire!
Lo so lo so lo so
ora basta
e tutto diventa inutile
sempre la stessa inutile casta.
Sempre in giro la stessa minestra
Fredda è la luna
su dune di rabbia
Rincorro ricordi
dentro stanchi deja vu
tra lame di rasoio
sopra campi di elicriso
Sono in lotta col futuro
colmo solo d'incertezze
Riempio il vuoto del presente
...apro varchi
a un tempo assente
Sono spento
ho il ghiaccio dentro
sto aspettando
...un altro vento
Volevo essere un duro,
invece sono una prostituta, un depresso,
ho perso tutto, sono disoccupato,
ho tradito mia moglie, sono un pedofilo,
sono un carcerato, un senzatetto,
un profugo annegato in mare,
sono alcolizzato.
Volevo essere un duro,
invece sono malato di cancro,
in carrozzella per un ictus,
ho l’Alzheimer, sono stata tradita,
sono un bullo, sono un border-line,
sono schiavo del gioco, sono stata stuprata,
sono un bambino morto in guerra,
ho una malattia rara, sono un leucemico.
Volevo essere un duro,
invece ho ansia e attacchi di panico,
sono un invalido del lavoro,
sono stato licenziato, non ho più una casa,
sono annegato in mare cercando la speranza,
sono un soldato ucciso, un martire della fede.
Volevo essere un duro,
invece sono un lebbroso, ho il Parkinson,
sono stato messo in un ospizio,
mi hanno uccisa e bruciata, non ho più soldi,
sono un processato da innocente,
sono un politico che inganna, un pirata della strada.
Volevo essere un duro,
invece sono scappato dalla dittatura,
sono affamato, dormo per terra,
mi sono suicidato, sono morto d’infarto,
sono stato sfrattato, mi rincorrono i creditori,
sono stata brutalizzata, sono una vedova,
sono un bambino abortito, ho la demenza senile.
Ditemi,
esiste ancora il paradiso
oppure hanno chiuso per ferie?
Ho le mani che tremano
ma spero ancora
di poter annusare una rosa.
Un giorno di sole sulle mie spalle
come a mostrare che niente va perso
se dentro ad un cuore volan farfalle
con ali d'amore in un cielo terso.
D'arcobaleno dipingo il mio scialle.
C'è sul mio viso uno sguardo diverso:
dà luce al sentiero da monte a valle.
L'amore invade di sol l'universo.
Paura m'osserva, muta e stupita,
non cedo al suo gioco: sfondo la gabbia.
È nel tuo sguardo che gioco partita.
Dolci tue mani, castelli di sabbia,
cercan nel vento il sapore di vita,
lascian però graffiti d'acre rabbia.
Il tuo sguardo è lontano
ma nel tempo è vicino,
e nasconde un arcano
che ha voluto il destino.
Di me tanto hai carpito,
tu che sei la mia Musa
e già bene hai capito
quel che celo in cambusa.
Reco un lungo vissuto
trasformato in parole
di un poeta canuto,
un narciso tra viole,
che vuol esser raccolto
ché specchiarsi non può,
perché quel ch'era un volto
altra sorte incontrò.
Ora il volto è mutato
e allo specchio rifiuta
per pudor quel ch’è stato
di quell’anima or muta.
Ma quell’alma traspare
dalla maschera nuova
e nel sol poëtare
la sua pace ritrova.
Quando la notte s'immerge nel giorno
ma il dì titubante non strappa il velo,
comincia discesa senza ritorno:
cedimento illogico a bruciapelo.
Pupille vuote non vedon colore,
mani sudate e respiro di sabbia
tra falsi appigli, rimbomba il terrore.
Il cuore impazzisce nella sua gabbia.
Non pensi ma senti: tutto è perduto!
Paralizzato, schiacciato da un peso,
nodo alla gola, sospiro taciuto.
Par di sentirti da morte ormai steso
mentre il respiro ritorna compiuto,
tra lacrime, vivi, lento e sospeso.
Fine della corsa.
Male e angoscia
stretti al corpo
in una ferrea morsa.
Il punto del non ritorno
è visibile a un cieco.
è macchiato di sangue.
Dinanzi a uno specchio
si mette in posa
una barba di tre giorni.
E' un capo spettinato.
Il calice si leva,
tramante.
Liba
all'ennesimo fallimenti
per poi andare in frantumi
Poeta sono ignudo, sol vestito
di mie grige o policrome parole
che raccontano un’anima che duole
senza svelarne trama né l’ordito.
Avatar senza un volto definito,
luci ed ombre talora senza sole,
un narciso cresciuto tra le viole
variopinto fragrante od appassito.
Versi lanciati in ciel che han per bersaglio
lettori ignoti ignari sul percorso,
talora un canto in vol, talora un raglio,
ognun col suo poetico discorso,
sperando che non sia solo un abbaglio
aver raggiunto cuori che ho rincorso.
Ancor presenti in me le tante assenze,
quant’è affollata questa solitudine
e rumorosa ancor la moltitudine
che popola le mie reminiscenze.
E quanto assenti sono le presenze
ch’annichilisco nella consuetudine,
d’incontri senz’amore improntitudine,
pochi arrivi, altrettante le partenze.
Deluso da ingannevoli esperienze
tra noia e sofferente irrequietudine,
fu colpevole e sorda ingratitudine
chiuder l’anima a nuove appartenenze
chiuder le orecchie ai trepidi richiami
chiudere gli occhi ai fuochi dei falò
chiuder la mente a stabili legami,
agli amor che la vita occasionò.
E ancor non è stagion di spogli rami,
di rimpianti del tempo che passò.
Quando agli occhi appare la luce
e il ragazzo inizia a piangere,
una nuova vita il destino conduce
ed illude un’altra anima a vivere.
Noi che di vita comprendiamo poco,
che di felicità viviamo un istante
e ne sprechiamo a secchiate,
rimarremo sempre soli nel nostro vuoto.
La vista donerà l’onore di patire,
gustare il profumo della sofferenza
che porta a testi da scolpire,
un dolore che sancirà una sentenza.
Infine, la voce che genera i suoni
duri, morbidi, secchi e limpidi,
che da fuori paiono tuoni
ma dentro son timidi.
Érato ch’eri Musa mia d’amore
ci sei ancora o m’hai abbandonato?
Ti cerco in queste ultime dimore
ove vivo non più da te ispirato.
E perché non si spenga il mio fervore,
a rovistare vado nel passato
muse carnali ai tempi del furore,
memore ancor di tutto quant’è stato,
ché non son più poeta incantatore
ma già sedotto ed or disincantato,
e incerto se d’amante o trovatore
è il vento che profondo m’ha cercato.
Oggi il mio vento è solo ambiguo sogno
ch'accompagna le mie fragilità
ché già solo a parlarne mi vergogno
vivendo una remota estraneità,
e non potendo avere quanto agogno
m’infingo una virtuale realtà.
Son tempo perso lungo un sentiero,
rassegnazione o guerra vinta,
sono chiarezza e sono mistero
forse son vera o faccio per finta.
Tutta coraggio nella paura,
tremo di freddo, gocce di sole.
Vento di oggi, ma scelta futura
è nel silenzio che urlo parole.
Quando mi spoglio stanca la sera,
vestiti e sogni sul pavimento,
diventa muta la mia preghiera
nero elegante lo smarrimento.
Cieche pupille scrutano amore
bevo bolle d'insipido sale
respiro fiamme, c'immergo il cuore:
farò del bene o mi farò male?
E non m'importa dell'equilibrio
di giudicanti ipocrite menti,
dal vento spinta, mollo il manubrio.
Faccio l'amore coi miei tormenti.
Son prigioniera e libera in volo
posso sembrare contraddizione
senza confini sotto il mio cielo
Respiro sempre solo emozione.
Persi la fede nello scetticismo
nel suo torpore, e nel misoneismo
degli orologi senza alcun arcano
mossi nel nulla da nessuna mano,
e nei dogmi che fanno permanente
solo la legge che trasforma in niente
ogni navigazione e ogni sorriso.
Dopo tanto cercare fui deciso,
si sgretolò pericolosamente
l’idea che sia materia questa mente
e la fiducia cieca e universale
che perfino l’amore sia mortale.
Vedevo solo il fango sulla riva
e non vedevo il mare che stormiva…
adesso che Nettuno si fa vivo
il resto è solo un sogno fuggitivo!
Prima nessun miracolo era vero
e tutto censurava il mio pensiero
ora ho lasciato quella fantasia,
niente mi appare qui che non lo sia
fatto di alti e bassi,
di gioie e tristezze ,di abbracci ,
di tempo di dolcezze ma anche
senza carezze.
Le onde del passato si fanno avanti
con prepotenza ,cerchi però
di cose belle solo a ricordare.
Le onde del passato avvolgono
l'anima ,davanti anche momenti
bui solo da dimenticare ,
ma poi con prepotenza
si fa avanti anche giorni
di tanta dolcezza .
La vita va avanti con
euforia ,cerchi di afferrare
solo le cose belle.
Mondo che ascolti questo
tempo così confuso ,
pensi che in fondo
non bisogna mai disperare
i giorni rispecchiano
ciò che sei ,ciò che siamo
Viva la vita tutto sommato
viva la vita abbasso il pianto.
.