non comprende appieno
quale privilegio
abbiano gli ultimi...
ed io...voglio essere
l'ultima pagina di un
bel libro di favole:
quella su cui c'è scritto
"...e vissero felici e contenti."
Voglio essere l'epilogo
di un rapporto d'amore:
il momento in cui
si raggiunge
l'apice del piacere.
Voglio essere
l'ultimo mese
di gestazione:
quando la donna
dà alla luce il suo bambino.
Voglio essere la ciliegina
sulla torta,
l'orchidea
che spicca sulla vetta.
Di un cane
voglio essere la coda,
delle gambe i piedi,
delle braccia le mani,
dell'abete il puntale
e di un carro
la quarta e ultima ruota.
Di una chiesa
voglio essere il tetto
e di una campana
il batacchio.
Del nido
voglio essere
l'ultimo ramoscello,
di una casa
l'ultima pietra
e della vita...
l'ultimo respiro.
che rimpiangeremo questo sole
questo mare, questo cielo
e questa terra
così perfetta
in un mondo troppo imperfetto.
Verrà poi il tempo
bruciava la sabbia
ed il mare era musica
per le nostre orecchie
tutto questo
era un puntino perfetto
in un mondo imperfetto.
J’arrive moi aussi
à serrer des mots dans ma main
à les jeter sur une feuille au hasard
sans qu’ils sonnent bien, sans leur donner un sens
en imaginant qu’ils semblent de la “poésie”.
.
Ils sonneront comme un orgueil périmé
comme un amour trahi et comme une vieille astuce
qui plaisent baucoup dans les salons intelligents
où il n’y a pas d’air et la vie est morte.
.
Mais peu importe si on ne respire pas,
ce qu’on cherche ce n’est que l’absence,
des mots assemblés sur les canapés
où ce qui explose est relaxant.
.
Mieux vaut, je crois,
poser son regard sur ce qui monte,
découvrir des fautes faites à cause de la hâte,
des témoignages qui sachent déceler
toutes les parties qui sont mortes
d’un monde qui s’arrête à l’improviste
en raison de la chaîne qui nous lie au sol.
.
Mieux vaut, je crois,
que quelques vérités nous touchent le coeur
en nous donnant de la lumière pour le temps perdu .
.
Riesce anche a me
stringere parole dentro un pugno
gettarle sopra un foglio casualmente
senza che suonino, senza dargli un senso
facendo in modo che sembrino poesia.
.
Sapranno di un orgoglio passatista
di amor tradito con un vecchio trucco
che piacciono nei salotti intelligenti
dove manca l’aria e vita è morta.
.
Ma non importa se non si respira
quel che si cerca è solamente assenza
parole messe insieme sui divani
dove ciò che esplode è riposante.
.
Meglio, io credo
metter lo sguardo dentro ciò che sale
scoprire errori fatti per la fretta
testimonianze che sappiano scoprire
tutte quelle parti che son morte
del mondo che si ferma all’improvviso
per la catena che ti lega al suolo.
.
Meglio, io credo,
che qualche verità ti salga al cuore
scoprendo luce dentro il tempo perso.
E di afferrare quanto sole sono
Queste acque in cui navigo
Se ti guardo negli occhi, quando scorgo
Il tuo paesaggio e il tuo sonnolento trono
Meno arido pare di come il cuor mio giace
Hai compagne tu la luna e le stelle
E la luce, il fuoco e le comete
Che ti schiarano i pensieri
Per te il buio mondo non ha sipari
E tutte le cose al giorno segrete
Camminano la tua pelle
Non cogli tu, non sai, quanto nero
È il cuore dell' uomo
E quanta luce che tu porti egli brama
Ma te, seppur così diversa, sei più prossima
A me che sono atomo
Al mondo e straniero
Scaraventato,
in frantumi,
mille frammenti,
pezzi d'un puzzle distorto
Non so quando tutto è iniziato.
Cado, sfinito, osservo quei resti.
Nella dispensa
restano solo bottiglie vuote da
offrire, per ubriacarsi ancora
di dolore, per sentire qualcosa.
Mettiti comoda, porto da bere.
Sono partiti in tanti
e la solitudine attanaglia il mio cuore.
Siete partiti in troppi e intorno ho solo il vuoto.
Nessuno qui a trattenermi ancora,
nessuno qui a legarmi al mondo.
Affido i miei giorni ai ricordi,
affido il mio tempo agli attimi,
vivo di vita effimera,
e resto in attesa.
in questi giorni privi di senso
il cielo è così vuoto che posso
specchiarmici, fa un male immenso.
Cantano gli uccelli e ridono
i bambini, riesci a sentirli?
C'è un sole da bruciare i fiori
ma, anche così, non riesco a scaldarmi.
È solo che
quando arriva la notte, là fuori,
ripenso a tutte quelle passate
nella tua auto, ubriachi,
Perché non mi servono a niente
le canzoni, la birra, le maschere,
perché quella sera ci annegai
nella tua auto, ubriaco.
Tutte quelle cose e le altre
stanno nel dentro in incognito
maschere, trucchi, ombre leste
d’oceani ricevuti lentamente.
.
Sa d’infinito quell’indisponibile
che si centellina per assaporare
aldilà d’ogni volontà razionale
d’ogni abitudine e situazione
com’anche quel che si sogna.
.
Così fu inseguita invano
senza mai essere raggiunta, Dafne.
Non c’è Dio che possa davvero
amare ciò che si trasforma di notte
in pianta, in fiume, in alba, in fine.
.
Così noi vorremmo accedere
all’inaccessibile, se non per piccoli morsi
concessi dalle cose viste e toccate
quando ci è stato consentito farlo.
E stanno
seduti al molo che guarda la marina
fissi, bruciati dal sale, occhi stretti,
piagati i volti per il tanto sole.
Le mani contorte, callose
al ritirar le reti ogni mattina
e le battaglie con il troppo mare.
Stanno aspettando forse una sirena
quella che promette un’altra vita
su isole lontane e un calmo stare.
Ed una fine adatta al pescatore.
del crepuscolo diurno,
l'intangibile emisfero
si dischiude come una rosa,
un palcoscenico di lapislazzuli,
dove la stella primigenia danza.
Navi aeree di effluvio etereo
delineano sentieri nel blu profondo,
simili a scrittori celesti
che intrecciano la narrazione universale
sulla tavolozza
astratta per l'eternità.
Quel crepuscolo,
percettibile direttore d'orchestra
dal tocco magico,
guida il coro cosmico
in un concerto terrestre.
E l'oscurità, quel sipario,
impalpabile velluto sottile,
si solleva in maniera impercettibile,
rivelando l'infinito sublime,
stupore d'animo!
Là, dove il diurno
e il notturno si fondono
in un bacio platonico,
nell'effimera danza che rivela.
Il cielo serale si colora
di un rosso audace e vivace!
E le nubi, quei galeoni spettrali
in perpetuo movimento,
navigano verso l'ignoto,
cariche di pensieri onirici.
Così, sotto il cielo vespertino,
rifletto sull'esistenza transitoria,
e mi smarrisco
come piuma al vento,
nel suo intenso abbraccio,
profondo e misterioso,
un teatro cosmico!
Dove ogni stella è un sogno,
un delicato anelito eterno,
e ogni tramonto è foce d'addio,
ma anche un tacito fausto ritorno,
nell'alta quota della vita!
Una foglia smarrita
Accanto a uno stagno
Circondato dal fango
Respirare sogni malconci
Ascoltare voci interrotte
Sentire dita tremanti
Sfiorare la nudità
Di piccoli mondi
Accade ogni giorno
Nel sentiero di un bosco
Dove soltanto la luna
Mostra il suo lato nascosto
Imperterrito come la fame
Mi domando chi sono.
Per tutte quelle imprese giovanili
anche se compiute a settant’anni
per le bandiere che mi porto dentro
che dan colore a ciò che mi circonda
e al cuore quel decoro necessario
con la ricchezza di credere davvero
ad una mano che dolce m’accarezza.
nei silenzi assordanti
dei nostri giorni.
Dietro alle vetrine delle esposizioni
di artefatti sentimenti
da mostrare alla ressa!
Abbiamo bisogno di sognare,
ad ognuno il suo palpito di brama.
Ne abbiamo bisogno per vivere
come l'aria per i polmoni,
ne abbiamo bisogno
per camminare ancora
lungo il boulevard della vita,
per poter sperare ancora
in nuovi spontanei sorrisi
nutriti dalla pioggia di speme!
Incessante è il bisogno
di sognare un biglietto
di solo andata,
verso quel viaggio nel tunnel
dell'anelata felicità
che trabocca luce d'albore all'infinito!
Meraviglioso è vivere ancora
di chimere in ogni respiro profondo,
per elevarci come angeli
nelle limpide bolle del fato
che ci conduce nella corrente
più veemente del traguardo
che ci solleva dagli affanni.
Abbiamo bisogno di sognare,
per non essere scheletri abbandonati
nelle bare delle codardie
nelle profondità dell'infame
carestia del pessimismo!
Sogniamo, sempre,
ognuno di noi la propria brama,
poiché sia imperituro
per il proprio benessere
nei vacilli degli ostacoli,
a renderci degni nella conquista
di ogni compimento.