Sonetto, endecasillabi canonici a maiore e a minore, quartine a rime incrociate e terzine a rime alternate.
Affetto quei tre ètti nel mio petto,
li tolgo ché non servono per niente
se non per dar dolore ‘sì latente
come se in carne viva fosse aghetto.
L’affetto tanto senz’alcun affetto
del sangue pompa a vuoto la corrente
ma resto fermo qui, muto, silente
solo a sudare a vuoto nel mio letto.
Quando alla fine il cuore avrò affettato
lo donerò per cibo alla mia gatta…
ma che disdetta: anch’ella m’ha lasciato!
Per fegatini e cuori andava matta
ma la vecchietta non ha più campato:
sessantatré già mesi che non gratta.
21/09/2024
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