Aspetta non andartene
Disse l’uomo sull’orlo di un precipizio
Alla donna dai capelli lunghi e neri
Che stava ridendo sommessamente
Per quella dimostrazione di affetto
Vuoi davvero farti del male
Replicò la donna senza batter ciglio
L’uomo si guardò le mani
Come un bambino
Non posso farci niente
È la mia natura
Le rispose affranto
Piuttosto deludente disse la donna
Senza degnarlo di uno sguardo
In quell’istante una nuvola grigia
Cadde dal cielo
Sopra la testa dell’uomo
Riempiendolo di lacrime oscure
Fino a ridurlo in una poltiglia di fango
La donna pensierosa
Rimase a fissare quella forma astrusa
La gioia del silenzio
Invase il suo cuore con una sentenza
Essere libera di urlare a chiunque
L’eterno dolore della sua solitudine.
 
 
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Stamattina il vento era leggero,
un ragazzo in sedia a rotelle,
gli occhi fissi, la voce bassa,
mi chiese sigarette, con un tono che taceva.
Non fu un ordine, ma una richiesta,
un gesto che, in silenzio, pesava,
come se il mondo, fermo in quella piazza,
avessi dovuto accogliere, senza domanda.
Mi spiegò, con un'inclinazione del capo,
che scendere era difficile, la sedia lontana,
e le sigarette, un piccolo aiuto,
per affrontare la strada, che sembra lunga.
Il tempo si fermò per un attimo,
le mie mani, le tasche, l'anima,
la sigaretta accesa tra le dita,
la risposta non era più importante
di ciò che lasciava dietro,
un silenzio che cantava più di mille parole.
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Profilo Autore: Eleonora Carullo*   Sostenitrice del Club Poetico dal 18-03-2025

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Alla fine di questa storia senza senso
non vedo che un nero tunnel
senza uscita
Come ha detto quel tale
ho percorso tutte le strade
anche dell'eccesso, si,
ma io non so cosa sia la saggezza.

Ho visto e conosciuto solo KAOS...
Ho avuto amicizia amore
odio e libertà
ma non mi è rimasto niente,
se non questi insulsi racconti
che parlano di amori disperati
compagni di sbronze
sigarette senza filtro e nero caffè
In un autogrill all'alba,
dopo l'ennesima notte selvaggia.

Ho tentato tutte le vie
per arrivare a qualcosa
che non riesco a trovare
non so andrebbe bene
anche la rassegnazione
così tanto per tirare avanti,
per far finta di essere normali,
che poi è quello che fanno tutti quanti
più o meno convinti, anche se vinti
dalla vita, dai loro guai ,
fanno figli, lavorano,
invecchiano e poi schiattano
senza troppe paranoie senza troppi perchè.
Si sciolgono le maschere di cera
e rimane solo una realtà fatta di poco o niente
forse solo un sogno dentro a quello specchio
dove le finzioni cadono e ti vedi, finalmente , per quel che sei
probabilmente hai solo recitato una vita che ,
in buona parte non c'è mai stata , forse neanche c'è
e solo ora in punta di morte capisci
di esserci passato solo in mezzo casualmente
impegnato a recitare un copione scritto da altri,
come fosse una scommessa il gioco delle parti
dove non sei stato mai protagonista ma solo una piccola comparsa

Questa perenne
sensazione di inappagamento
incompiutezza, vuoto esistenziale.
mi fa sentire una carta fuori dal mazzo.
Non ho niente da dire ad un figlio.
Non ho amore da dare ad una donna.
Non ho ricette esistenziali per gli amici.

Ne accendo una e guardo il mare,
è tanto grande questo oceano blu
chissà forse ci sarà posto
anche per quelli come me,
noi senza tetto né legge
noi che non apparteniamo a nessun gregge..
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Profilo Autore: Fabio b  

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 Nell silenzio cupo della notte,

sulle note d'un fiato sfumato

occhi di grillo osservano.

Sulla strada mezza nuda

carica di peccati,

attorno a un fuoco

attende la miseria

col conforto di pochi spiccioli

per soddisfare altrui voglie.

Mentre una bocca da sfamare

attende il ritorno a casa.

Forse non sa o non vuole sapere

perché la mamma il giorno dorme

e la notte lo lascia solo a piangere

con la paura del buio.

Domani avrà un giocattolo nuovo

e un paio di scarpe per andare a scuola,

Con un sorriso bagnato di pianto

il bimbo s'addormenta.

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Profilo Autore: genoveffa frau  

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Quella donna dal cappotto rosso

con i suoi occhi color cielo e

i capelli come deserti al tramonto.

Quella donna…

detentrice della vita,

dove il mare ha conservato i suoi colori.

Al suo passaggio…

riempie gli occhi ai passanti,

mentre le donne…

all'ombra dei balconi

con occhi scuri…

non osano guardare,

per una comparazione  inequivocabile.

Qualcuno mi chiede… altri esclamano…

chi è quella donna?

Io sorrido… e rispondo… che non so chi sia.

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Profilo Autore: Luigi Castiglione*   Sostenitore del Club Poetico dal 11-02-2022

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Di notte Chiara brilla
Capelli dorati si espandono
Avvolgono montagne e villaggi
Il suo sorriso diventa faro bianco
Per i viandanti persi.

Brilla Chiara come una stella la notte
Più raggiante del sole il mattino
Sembra sia mezzogiorno con lei.

Chiara all'alba modella le aurore
In magnifici dipinti per il cielo
E con un soffio suo la luna
Fa spazio al sole addormentato
Che si specchia sul lago.

Ma la mattina i suoi capelli si spengono
Il suo sorriso si chiude tra le labbra
Le sue mani avvinghiate in tasca
Ed il soffio per scaldarsi le mani.

Si dovrà aspettare la sera.
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Profilo Autore: Carboluka  

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L'oprar della tua smania

parvemi insana gelosia

in vestigia ossequiose

d'un vile malandrino.

Nel tuo vociar mellifluo

dal sentor vischioso

apria baratro insidioso

d''immondo tuo peccar.

Insozzasti l'arte

con mera ipocrisia

di facezie ardite

ti forgiasti spia.

Vade retro

banale costruttore

maligno imprenditore

d'un regno senza trono.

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Profilo Autore: genoveffa frau  

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Non sfiorarmi ombra,
cadrei a pezzi.
Credo avrei conferma
della mia inconsistenza!

Mi riconoscerei definitivamente
per il fantasma che sono.

Perché già ora
che mi passi accanto furtiva
mi sembri me.
Eppure mi intimorisci.

Il gemello cattivo nello specchio,
o solo la parte assente che torna.

Comunque qui fa freddo,
e c'è uno strano vento
che muove il buio
Dimmi che non mi toccherai.

Mi riconoscerei definitivamente
per il fantasma che sono.

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Profilo Autore: Sabyr  

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L'ho visto una mattina
sguardo cupo, viso smunto
passeggiava nel cortile
poco prima d'albeggiare.
Io che non dormivo
stavo dietro alle persiane
in un silenzio settembrino.
"Com'è buia la mia casa"
mi ricordo che pensavo
proprio mentre alzava gli occhi.
Gli sorrisi e lui a me.
"Vorrei fuggire da questo cielo"
lo dicevo alla sua mente
che glaciale rispondeva
"Non m'importa delle ossa
io di te conservo l'ombra".
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Profilo Autore: Ibla  

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C'era che era sera

e la luna si vedeva appena.

C'era il mare che sciabordava lento

e nessun passante a disturbare

il suo mesto gorgogliare.

Tutta la folla ad andare via

e l’ultimo bar a spegnere le insegne,

ché scolato l'ultimo bicchiere,

non c'era più nient'altro da bere.

Pure la spiaggia bianca

si vedeva appena,

schiarita dal lume del pescatore

su una barca senza vela.

E poi ci fu una scena,

come un film o come un sogno di prima sera,

che ad aver avuto la cinepresa

l'avrei fermata in quella posa.

Tra il silenzio dell'imbrunire

e il profumo del gelso in fiore,

quattro erano le suore,

con il velo e i piedi nudi,

sull'arenile a passeggiare.

Nere le vesti e bianche le gambe,

era la loro primavera.

Sfuggite da sguardi inopportuni,

erano lì non per pregare -

Con la spiaggia e le onde del mare,

come fosse la prima volta,

ci facevano all'amore.

Scoperte le ginocchia, fresche le acque e gaie le risa,

c'era la luna che non guardava

e c'era una sola stella che riluceva,

in quell'angolo di cielo,

che un'immacolata innocenza contemplava,

mentre un atto d’amore si consumava.

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Profilo Autore: FlorYana  

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Quando quel pomeriggio

di dicembre entrai nel tuo negozio

fui tanto stupido da non cogliere

che quei fiori erano il primo indizio.

Non erano coperti di rugiada: anche

i fiori piangono, anche se in silenzio.

A cagionare un sorriso è quasi sempre

un altro sorriso, e da quel tuo primo

sorriso ci siamo visti tante volte e tante

son state le chiacchierate a tirar mattino.

Come quando ti raccontai che la banca

mi rifiutò un prestito con lettera siglata

dal direttore, nientemeno che tuo marito.

La sola cosa che non amo di te

questa sera di freddo particolarmente

intenso è la fede che porti al dito.

Stasera lo hai lasciato sulla poltrona col

giornale sulla pagina della borsa, intento

a controllare l’andamento delle azioni.

Con la mano nella borsa sulla foto di tuo

figlio, ora che tra noi l’attrazione è forte

e potremmo pentirci delle nostre azioni,

sarà meglio che rincasi con la pioggia che

consente di camminare a testa alta con il

viso velato di lacrime; per me una buona

dormita, ponte tra l’afflizione e la speranza.

Non piangere mai per un uomo anima mia, ti

si sbava il trucco; il mascara che tanto ti dona

vale più di questo stupido maschio…

Tornerò dallo specchio senza cornice, l’unico

amico che quando piango nel mio abbaino

non ride mai: lasciami sull’uscio insieme ai

tacchi; asciuga gli occhi, sorridigli se è sveglio.

E sdraiati nel letto insieme al tuo bambino.

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Profilo Autore: Mirko D. Mastro  

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Sinistro e beffardo

il fruscio del vento
che sbatte sui rami scheletrici.
Filtra tremante la luce lunare
attraverso il fogliame annerito
dalle tenebre oscure.
Un incubo reale,
da cui nessuno mi può salvare;
prigioniero nel bosco infernale,
stordito dal silenzio spettrale.
Non posso svegliarmi,
non riesco a voltarmi...
Nel baglior d’un fulmine improvviso
scorgo la sagoma del Conte Vlad
mentre avanza la sua ferocia alle mie spalle.
Implora la mia anima
in un macabro balletto di luna piena,
malefico è il brivido che mi pervade
nel battito del cuore che mi percuote.
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Profilo Autore: Vito Marco Giuseppe  

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47970.jpg
Nessun raggio di luce

nell’ombra malefica di luna piena.
Vampiro errante nel cuor della notte
che in bianco e nero
avanza tra le tenebre oscure
in cerca di sanguinose avventure...
È qui, lo sento,
planando sul suolo sempre in agguato,
pallido e assetato.
Sento l’odor pungente della cripta,
l’odore di vendetta, del terrore,
l’umido e il buio della nicchia.
Il suo morso anestetico dai canini scintillanti,
l’abbraccio freddo e paralizzante...
Mi terrorizza la sua presenza,
avverto la sua malefica essenza
eppur non riesco a vederlo...
Immobile nel terrore,
vedo la mia sorte
ad un passo dalla morte;
sento le sue unghie viola carezzarmi il collo,
mentre mi avvolge nel suo scuro mantello.
Sensazioni soffuse e spiritate
nella gelida ebbrezza del suo tedro respiro,
col suo sguardo magnetico
seducente e ingannevole
mi sussurra:
"Non temer dell’inferno,
col mio morso vivrai in eterno".
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Profilo Autore: Vito Marco Giuseppe  

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E poi c’è nel viso il tempo che deve,

ascoltando l’amato in clessidra di pianto,

risalire nell’occhio e buttarsi nel vento.

L’immenso Castagno dei Cento Cavalli

superò e vide avanti qual nuvola rena

sospesa nei caldi tramonti del Passo

diseguagliare nei venti il boato dei sorsi

che dal Mongibello suo apice perso

parlava al vapore di un sogno inumano e complesso.

La fila degli uomini incurvata sul Bove,

tra Musarra e Capra e le invitte Dagale,

se ne andò verso il Salto della Giumenta,

che tremante riposa come sanguine nuova.

Encelado all’istmo di lava accecava i passanti

e intorno al suo collo nel filo del perfido Crono

imbucava le teste come fossero palle di Urano...


…No Dante ti prego non lo faccio più te lo giuro Ahhh!!!


Mio fratello mi guardò come una macchina che non parte più
mentre mi stropicciavo gli occhi e risalivo lentamente sullo schienale del divano.
Prima che aprisse bocca per prendermi in giro gli spiegai: -Incubo fù-


Il Gran Premio e la digestione erano finiti,e per fortuna le nerbate di Dante Alighieri pure.
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Profilo Autore: Luciano  

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Un fiore vi trovai nel selvaggio bosco,
avvelenato da chissà quale mano infame;
a stento sembrava continuar,
con la sua tinta giallognola e stelo debole,
quasi da far parere che aspettasse 
solo la fredda stagione.

Ma quella corolla con il color morente,
mi rimembrava la mia dolce figlia malata
dal carnato simile,

ormai addormentata.

Così decisi di sanare
l' suo dolore invece di coglierlo,

così da farlo essere anche per gli altri freddi, 
e sentir lei più vicina
e più lontano l'Padre Solitudo.
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Profilo Autore: Tommaso Alongi  

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