Le piaceva giocare suonando il campanello a qualsiasi porta che trovava per strada andando verso casa e qualche volta anche alle porte dei posti in cui giocava con gli amici, di solito non rispondeva nessuno, si era già sparsa la voce di questo gioco dispettoso.
Un giorno pero' Michael ebbe una sorpresa completamente inaspettata, qualcuno le apri' la porta, prese a correre ma dietro a lui senza alcun sforzo si ritrovo' l'uomo di cui era fuggito, lo prese per il collo e le chiese semplicemente dove andava e perche' continuava a fare quegli scherzi di cattivo gusto, non sapeva cosa rispondere, allora Jason lo prese con se' in casa e le disse che avevano da parlare di molte cose, soprattutto di una particolarmente.
Il ragazzo era un po' spaventato, perplesso, ma anche curioso, che cosa poteva dirle uno sconosciuto proprio a lui?
Michael si diceva che nulla poteva andare peggio di come andava gia' tutto.
Appena arrivato si sedette sulla poltrona accanto alla scrivania, Jason le diede un libro e le disse di leggerlo, ma al ragazzo gia' dalla copertina le pareva qualcosa di conosciuto, comunque lo apri' e incomincio' a leggere qualche pagina fino a che trasali' come bruciato e lo chiuse dandolo a Jason con gesti rapidi come qualcuno le avesse messo una pistola alla tempia.
<< Lo sapevo che la tua reazione sarebbe stata questa, nonostante tutto o deciso di farti vedere la verita' >>
<< Quale verita'? >>
<< Mi pare che tu non abbia letto attentamente cio' che ti ho dato da leggere, nemmeno quelle poche pagine>>
<< Non ho letto interamente, perche' una simile cosa puo' essere solo che in una storia, in una favola, in un film, ma non nella nostra realta' >>
<< Pensavo che ormai eri pronto per sapere tutto, ma mi sbagliavo>> disse Jason mentre apriva una porta di pietra con un tocco solo di un dito e poi scese nei sotterranei per continuare con il suo lavoro di una vita affinche' Michael sarebbe stato pronto per affrontare la dura verita'.
Jason non sapeva cosa l' avrebbe spaventato esattamente, anche perche' poi...
<< La dura verita', si..>> disse lui ridendo e prendendo un altro libro per studiarlo
<< Questo e' solo l' inizio dell' aventura Michael>> rise di nuovo e poi senti' la voce di Michael dicendo:
<<Puoi aprirmi per favore?>>
<< Perche' dovrei farlo?>>
<< C' ho ripensato, voglio sapere tutto, soprattutto le mie origini antiche e di chi sei tu veramente>>
Jason penso' bene prima di aprire la porta e farlo scendere insieme a lui e mostrarle la sua proprieta', ma poi lo fece scendere e il ragazzo rimase a bocca aperta vedendo quel mucchio di libri e pensare che storia avrebbe nascosto ognuno di loro, sperando che non solo la propria storia, ma anche la storia dell' antichita' perduta, delle cose mai trovate da nessuno.
Michael piu' pensava e piu' si ritrovava fascinato da tutto, ma aveva anche una paura pazzesca di non essere ancora mandato indietro nel tempo per non aver messo "il pezzo del puzzle al posto giusto", voleva rimanere li', in quel passato presente e continuare finche' avrebbe trovato la strada per uscire da questo "labirinto".
Un giorno pero' Michael ebbe una sorpresa completamente inaspettata, qualcuno le apri' la porta, prese a correre ma dietro a lui senza alcun sforzo si ritrovo' l'uomo di cui era fuggito, lo prese per il collo e le chiese semplicemente dove andava e perche' continuava a fare quegli scherzi di cattivo gusto, non sapeva cosa rispondere, allora Jason lo prese con se' in casa e le disse che avevano da parlare di molte cose, soprattutto di una particolarmente.
Il ragazzo era un po' spaventato, perplesso, ma anche curioso, che cosa poteva dirle uno sconosciuto proprio a lui?
Michael si diceva che nulla poteva andare peggio di come andava gia' tutto.
Appena arrivato si sedette sulla poltrona accanto alla scrivania, Jason le diede un libro e le disse di leggerlo, ma al ragazzo gia' dalla copertina le pareva qualcosa di conosciuto, comunque lo apri' e incomincio' a leggere qualche pagina fino a che trasali' come bruciato e lo chiuse dandolo a Jason con gesti rapidi come qualcuno le avesse messo una pistola alla tempia.
<< Lo sapevo che la tua reazione sarebbe stata questa, nonostante tutto o deciso di farti vedere la verita' >>
<< Quale verita'? >>
<< Mi pare che tu non abbia letto attentamente cio' che ti ho dato da leggere, nemmeno quelle poche pagine>>
<< Non ho letto interamente, perche' una simile cosa puo' essere solo che in una storia, in una favola, in un film, ma non nella nostra realta' >>
<< Pensavo che ormai eri pronto per sapere tutto, ma mi sbagliavo>> disse Jason mentre apriva una porta di pietra con un tocco solo di un dito e poi scese nei sotterranei per continuare con il suo lavoro di una vita affinche' Michael sarebbe stato pronto per affrontare la dura verita'.
Jason non sapeva cosa l' avrebbe spaventato esattamente, anche perche' poi...
<< La dura verita', si..>> disse lui ridendo e prendendo un altro libro per studiarlo
<< Questo e' solo l' inizio dell' aventura Michael>> rise di nuovo e poi senti' la voce di Michael dicendo:
<<Puoi aprirmi per favore?>>
<< Perche' dovrei farlo?>>
<< C' ho ripensato, voglio sapere tutto, soprattutto le mie origini antiche e di chi sei tu veramente>>
Jason penso' bene prima di aprire la porta e farlo scendere insieme a lui e mostrarle la sua proprieta', ma poi lo fece scendere e il ragazzo rimase a bocca aperta vedendo quel mucchio di libri e pensare che storia avrebbe nascosto ognuno di loro, sperando che non solo la propria storia, ma anche la storia dell' antichita' perduta, delle cose mai trovate da nessuno.
Michael piu' pensava e piu' si ritrovava fascinato da tutto, ma aveva anche una paura pazzesca di non essere ancora mandato indietro nel tempo per non aver messo "il pezzo del puzzle al posto giusto", voleva rimanere li', in quel passato presente e continuare finche' avrebbe trovato la strada per uscire da questo "labirinto".