Nasce quasi come risposta a “Il fuoco dell'ammore” di Raskolnikov.
“Così, mi sono messo a pensare al mio momento più felice. A dire il vero, ne ho trovati 3 di momenti, in tre giorni di tre mesi di tre anni diversi, tutti collegati da un filo conduttore” (Raskolnikov)
Una premessa: non scrivo in versi in questa occasione, bensì provo a cimentarmi nella scrittura puramente prosaica, sperando di risultare al contempo leggero, chiaro, interessante, divertente… ecco, 4 obbiettivi, spero di avvicinarmi almeno ad uno di essi; quindi inserisco questo scritto nella categoria “Narrativa”, sottocategoria “biografico/autobiografico”.
Leggendo il testo odierno di Raskolnikov, così come le parole di Pupi Avati hanno indotto lui ad una riflessione, parimenti le sue hanno indotto me nella stessa riflessione.
Ho provato a pensare anch’io ai miei “momenti più felici” e ne ho individuati… diciamo 5 (“diciamo 5” perché in realtà il 2° si è ripetuto più volte, quindi a rigore ho individuato 4 momenti singoli più un’intera classe di momenti). Ve li espongo in una specie di classifica, una top five di come li peso attualmente, dal 5° al 1°.
Andiamo dunque a cominciare in puro stile Disc jockey!
Signore e signori,
» al 5° posto abbiamo, direttamente dall’estate del 1992: la psicopatica che decide che sono il suo fidanzato! Avevo 22 anni, ma era la mia primissima fidanzata, mi sentivo felice perché mi aveva i primi giorni fatta una bellissima impressione, lei si era appena laureata e stavamo festeggiando il suo compleanno tra amici, ne compiva 25. Io mi rincitrullii completamente, persi lucidità ed obiettività nell’osservare sia lei sia il mondo intero e fu l’inizio della mia catastrofe personale. Non è stato certo il primo sbaglio della mia vita, ne avevo già collezionati diversi, ma quello fu lo sbaglio più devastante di tutti, tanto da portarmi ad abbandonare gli studi, a perdere gli amici, a danneggiare la mia salute, a fuggire via da una città che amavo per tornarmene con la coda tra le gambe nel mio lontanissimo villaggetto d’origine. Non mi rendevo conto e quando dopo qualche mese gli ex amici cominciarono a suggerirmi di aprire gli occhi, non gli diedi retta. Furono anni di agonia e sofferenza, di sforzi esagerati e risultati nulli. Però all’inizio furono bellissimi mesi e in particolare quel giorno appunto che decise che ero il suo uomo! Mi piaceva quell’apparente risoluta determinazione che ostentava, in realtà serviva a mascherare una caterva di fragili insicurezze derivanti da una forte depressione indotta da pesante schizofrenia paranoide ad origine familiare. Un aneddoto di quei primi giorni che, se fossi stato meno fulminato dalla gioia improvvisa e inattesa, avrebbe dovuto farmi capire che dovevo fuggire subito: qualche sera dopo avermi fidanzato, mi trascinò nella "sua" casa e facemmo per la prima volta sesso (ah, in quello era davvero brava e instancabile, era la sua valvola di sfogo e ci sarebbe da scriverne un intero libro più vasto della trilogia di Erika Leonard¹, anche se non in chiave BDSM); io prima di buttarmi su quel letto le avevo chiesto mille volte se eravamo soli e se era sicura che saremmo rimasti soli, lei giurava che i suoi non c’erano e non sarebbero tornati… e allora, dài che ridài che stradài, facemmo furori esagerati tutta la notte, all’alba crollammo finché non mi sentii toccare e scuotere da una signora che terrorizzata farfugliava frasi del tipo “Ma che avete fatto? Ma sei scema? Sta per alzarsi tuo padre, se lo vede lo ammazza”... noi nudi come vermi sfatti sul letto, io morto dall’imbarazzo e lei che farfugliava risposte del tipo “Ormai sono grande e faccio quello che mi pare!” … Tra l’altro il padre era un fanatico leghista della prima ora, adoratore di Bossi, con armi in casa mi dissero e che mai perdonò alla figlia di essersi messa con “un terun”. Bon, so’ stato troppo prolisso, nei prossimi sarò più sintetico, spero. Comunque, ribadisco, quando la psicopatica mi disse che ero il suo uomo, il cuore mi batté all’impazzata e mi sentivo l’uomo più fortunato del mondo (!)
» al 4° posto abbiamo, direttamente dall’autunno del 2005: l'entrata in casa appena comprata con il mio “Pulcino”, l’ultima fidanzata, lungi dall'immaginare che non l'avremmo mai abitata e ci avrebbe rovinati quando con il sopraggiungere della mia malattia e la sua perdita del lavoro nella crisi del 2008 cominciammo a far fatica a stare dietro al mutuo di acquisto e alle spese di ristrutturazione, tanto che dal 2010 ormai non riuscii a pagare più nulla ed alla fine abbiam perso tutto, ma proprio tutto tutto. Però il giorno che ci entrammo dopo aver firmato gli atti ed esserne diventati i “proprietari” (ecco, non avevamo ancora capito che eravamo comproprietari insieme a banche e finanziarie!) eravamo strafelici e col cuore che tamburellava immaginavamo tutti i lavori da fare per renderla il nostro nido!
» al 3° posto abbiamo, direttamente dalla primavera del 2002: il mio Pulcino che mi svela di essere innamorata di me e voler stare con me! La cosa cominciò a lavoro (il mio), tra le tante attività che facevo nell’azienda c’erano anche i corsi di alfabetizzazione informatica, molto apprezzati dai miei allievi che andavano dai 6 ai 66 anni; lei era nella “classe” più vivace e interessata che abbia avuto, e lei in particolare era tra le più sveglie di tutti i corsi che ho tenuto. Ci piacemmo subito, essendo mia compaesana cominciammo ad uscire alcune sere insieme (avevamo orari di lavoro decisamente pieni, di tempo libero ne restava un nonnulla, ma ci bastò). Una sera mi trascinò in un bar carino e riservato di un paesone vicino e mi si dichiarò. Mi venne sulle gambe. Mi baciò. Il cuore palpitava, la mente vagava persa in un mondo irreale, inconsistente, tra la fantasia ed il sogno, di certo non sembrava realtà. Ma lo era, eccome se lo era! Quel bacio/abbraccio lo ricordo nei dettagli, quella sensazione era stupenda!
» al 2° posto abbiamo, a più riprese in momenti diversi (anche se troppo rari rispetto a quanto vorrei) nella 2ª metà degli anni ‘90 e poi dal 2012 ad oggi: il sorriso della “mia” sirena dagli occhi verdi, ancor più quando per un qualche strampalato motivo sono concausa del sorriso, fosse anche una banalità tipo averle dato una mano a sistemare qualcosa del suo computer o che so io; ma in definitiva ogni volta che la vedo sorridere mi sento ingiustificabilmente felice, dimentico dei miei mille problemi, inconscio del fatto che non è “mia”, ma godo della visione di quel viso che mi scalda più di quanto riesca a fare il sole, tutte le volte che la vedo sorridere², sento il pavimento sparire sotto i miei piedi, il mio peso annullarsi in una felicità onirica.
» ma al 1° posto abbiamo (rullo di tamburi), direttamente dall’estate del 1990: l’esame di geometria lineare e algebra matriciale³; era il mio 2° esame universitario, il primo era stato “Analisi matematica 1°” che avevo superato a primo colpo con un 25/30 ma non fu entusiasmante, anche perché come media i compagni che l’avevano superato avevano rimediato forse quasi 27. L’esame di “Geometria” invece mi aveva affascinato ed era il mio primo 30/30, e la media tra i compagni che l’avevano superato non raggiungeva il 24. Poi il prof ebbe parole belle nei miei confronti. Dalla facoltà al collegio in cui abitavo all’epoca c’era 1 km di strada, era in leggerissima discesa il ritorno, stradine tranquille salvo l’attraversamento dei viali che delimitavano il centro della città, mastodontici e trafficatissimi… beh, l’intero chilometro lo feci senza capire nulla, con in faccia un sorriso da ebete, senza sentire la strada sotto i piedi, senza rendermi conto di quel che facevo, clacsonato all’impazzata mentre tagliavo i viali senza riuscire a mettere a fuoco le automobili, con gli occhi stralunati… no… la felicità è proprio pericolosa!
¹: Cinquanta sfumature di grigio/nero/rosso… no, vabbe’, insieme superano le millecinquecento pagine ed io sono pigro, lento, stanco e vecchio… idea già abortita, siete salvi.
²: Capiterà più o meno una volta al mese… troppo diluita come terapia al male di vivere.
³: Per gli amici semplicemente "Geometria", ma non centrava niente con le geometrie semplici del liceo.
06/05/2023
“Così, mi sono messo a pensare al mio momento più felice. A dire il vero, ne ho trovati 3 di momenti, in tre giorni di tre mesi di tre anni diversi, tutti collegati da un filo conduttore” (Raskolnikov)
Una premessa: non scrivo in versi in questa occasione, bensì provo a cimentarmi nella scrittura puramente prosaica, sperando di risultare al contempo leggero, chiaro, interessante, divertente… ecco, 4 obbiettivi, spero di avvicinarmi almeno ad uno di essi; quindi inserisco questo scritto nella categoria “Narrativa”, sottocategoria “biografico/autobiografico”.
Leggendo il testo odierno di Raskolnikov, così come le parole di Pupi Avati hanno indotto lui ad una riflessione, parimenti le sue hanno indotto me nella stessa riflessione.
Ho provato a pensare anch’io ai miei “momenti più felici” e ne ho individuati… diciamo 5 (“diciamo 5” perché in realtà il 2° si è ripetuto più volte, quindi a rigore ho individuato 4 momenti singoli più un’intera classe di momenti). Ve li espongo in una specie di classifica, una top five di come li peso attualmente, dal 5° al 1°.
Andiamo dunque a cominciare in puro stile Disc jockey!
Signore e signori,
» al 5° posto abbiamo, direttamente dall’estate del 1992: la psicopatica che decide che sono il suo fidanzato! Avevo 22 anni, ma era la mia primissima fidanzata, mi sentivo felice perché mi aveva i primi giorni fatta una bellissima impressione, lei si era appena laureata e stavamo festeggiando il suo compleanno tra amici, ne compiva 25. Io mi rincitrullii completamente, persi lucidità ed obiettività nell’osservare sia lei sia il mondo intero e fu l’inizio della mia catastrofe personale. Non è stato certo il primo sbaglio della mia vita, ne avevo già collezionati diversi, ma quello fu lo sbaglio più devastante di tutti, tanto da portarmi ad abbandonare gli studi, a perdere gli amici, a danneggiare la mia salute, a fuggire via da una città che amavo per tornarmene con la coda tra le gambe nel mio lontanissimo villaggetto d’origine. Non mi rendevo conto e quando dopo qualche mese gli ex amici cominciarono a suggerirmi di aprire gli occhi, non gli diedi retta. Furono anni di agonia e sofferenza, di sforzi esagerati e risultati nulli. Però all’inizio furono bellissimi mesi e in particolare quel giorno appunto che decise che ero il suo uomo! Mi piaceva quell’apparente risoluta determinazione che ostentava, in realtà serviva a mascherare una caterva di fragili insicurezze derivanti da una forte depressione indotta da pesante schizofrenia paranoide ad origine familiare. Un aneddoto di quei primi giorni che, se fossi stato meno fulminato dalla gioia improvvisa e inattesa, avrebbe dovuto farmi capire che dovevo fuggire subito: qualche sera dopo avermi fidanzato, mi trascinò nella "sua" casa e facemmo per la prima volta sesso (ah, in quello era davvero brava e instancabile, era la sua valvola di sfogo e ci sarebbe da scriverne un intero libro più vasto della trilogia di Erika Leonard¹, anche se non in chiave BDSM); io prima di buttarmi su quel letto le avevo chiesto mille volte se eravamo soli e se era sicura che saremmo rimasti soli, lei giurava che i suoi non c’erano e non sarebbero tornati… e allora, dài che ridài che stradài, facemmo furori esagerati tutta la notte, all’alba crollammo finché non mi sentii toccare e scuotere da una signora che terrorizzata farfugliava frasi del tipo “Ma che avete fatto? Ma sei scema? Sta per alzarsi tuo padre, se lo vede lo ammazza”... noi nudi come vermi sfatti sul letto, io morto dall’imbarazzo e lei che farfugliava risposte del tipo “Ormai sono grande e faccio quello che mi pare!” … Tra l’altro il padre era un fanatico leghista della prima ora, adoratore di Bossi, con armi in casa mi dissero e che mai perdonò alla figlia di essersi messa con “un terun”. Bon, so’ stato troppo prolisso, nei prossimi sarò più sintetico, spero. Comunque, ribadisco, quando la psicopatica mi disse che ero il suo uomo, il cuore mi batté all’impazzata e mi sentivo l’uomo più fortunato del mondo (!)
» al 4° posto abbiamo, direttamente dall’autunno del 2005: l'entrata in casa appena comprata con il mio “Pulcino”, l’ultima fidanzata, lungi dall'immaginare che non l'avremmo mai abitata e ci avrebbe rovinati quando con il sopraggiungere della mia malattia e la sua perdita del lavoro nella crisi del 2008 cominciammo a far fatica a stare dietro al mutuo di acquisto e alle spese di ristrutturazione, tanto che dal 2010 ormai non riuscii a pagare più nulla ed alla fine abbiam perso tutto, ma proprio tutto tutto. Però il giorno che ci entrammo dopo aver firmato gli atti ed esserne diventati i “proprietari” (ecco, non avevamo ancora capito che eravamo comproprietari insieme a banche e finanziarie!) eravamo strafelici e col cuore che tamburellava immaginavamo tutti i lavori da fare per renderla il nostro nido!
» al 3° posto abbiamo, direttamente dalla primavera del 2002: il mio Pulcino che mi svela di essere innamorata di me e voler stare con me! La cosa cominciò a lavoro (il mio), tra le tante attività che facevo nell’azienda c’erano anche i corsi di alfabetizzazione informatica, molto apprezzati dai miei allievi che andavano dai 6 ai 66 anni; lei era nella “classe” più vivace e interessata che abbia avuto, e lei in particolare era tra le più sveglie di tutti i corsi che ho tenuto. Ci piacemmo subito, essendo mia compaesana cominciammo ad uscire alcune sere insieme (avevamo orari di lavoro decisamente pieni, di tempo libero ne restava un nonnulla, ma ci bastò). Una sera mi trascinò in un bar carino e riservato di un paesone vicino e mi si dichiarò. Mi venne sulle gambe. Mi baciò. Il cuore palpitava, la mente vagava persa in un mondo irreale, inconsistente, tra la fantasia ed il sogno, di certo non sembrava realtà. Ma lo era, eccome se lo era! Quel bacio/abbraccio lo ricordo nei dettagli, quella sensazione era stupenda!
» al 2° posto abbiamo, a più riprese in momenti diversi (anche se troppo rari rispetto a quanto vorrei) nella 2ª metà degli anni ‘90 e poi dal 2012 ad oggi: il sorriso della “mia” sirena dagli occhi verdi, ancor più quando per un qualche strampalato motivo sono concausa del sorriso, fosse anche una banalità tipo averle dato una mano a sistemare qualcosa del suo computer o che so io; ma in definitiva ogni volta che la vedo sorridere mi sento ingiustificabilmente felice, dimentico dei miei mille problemi, inconscio del fatto che non è “mia”, ma godo della visione di quel viso che mi scalda più di quanto riesca a fare il sole, tutte le volte che la vedo sorridere², sento il pavimento sparire sotto i miei piedi, il mio peso annullarsi in una felicità onirica.
» ma al 1° posto abbiamo (rullo di tamburi), direttamente dall’estate del 1990: l’esame di geometria lineare e algebra matriciale³; era il mio 2° esame universitario, il primo era stato “Analisi matematica 1°” che avevo superato a primo colpo con un 25/30 ma non fu entusiasmante, anche perché come media i compagni che l’avevano superato avevano rimediato forse quasi 27. L’esame di “Geometria” invece mi aveva affascinato ed era il mio primo 30/30, e la media tra i compagni che l’avevano superato non raggiungeva il 24. Poi il prof ebbe parole belle nei miei confronti. Dalla facoltà al collegio in cui abitavo all’epoca c’era 1 km di strada, era in leggerissima discesa il ritorno, stradine tranquille salvo l’attraversamento dei viali che delimitavano il centro della città, mastodontici e trafficatissimi… beh, l’intero chilometro lo feci senza capire nulla, con in faccia un sorriso da ebete, senza sentire la strada sotto i piedi, senza rendermi conto di quel che facevo, clacsonato all’impazzata mentre tagliavo i viali senza riuscire a mettere a fuoco le automobili, con gli occhi stralunati… no… la felicità è proprio pericolosa!
¹: Cinquanta sfumature di grigio/nero/rosso… no, vabbe’, insieme superano le millecinquecento pagine ed io sono pigro, lento, stanco e vecchio… idea già abortita, siete salvi.
²: Capiterà più o meno una volta al mese… troppo diluita come terapia al male di vivere.
³: Per gli amici semplicemente "Geometria", ma non centrava niente con le geometrie semplici del liceo.
06/05/2023
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