"Fili"
Prese le sue cose, i guanti, la penna e disse buonasera
Non avrebbe mai firmato quell’accordo ma io ci avevo provato
Il suo profumo era ancora nella stanza quando mi accorsi
Che avevo potuto vedere più da vicino i suoi occhi
Gli uomini spesso non guardano i particolari
Eppure le donne sono fatte di essi
Particolari scarpe, cappelli, orecchini. Soprabiti
Trucchi, anelli…sorrisi…
Si le donne non sorridono mai a caso
E prima che lei si inasprisse
Aveva regalato un sorriso anche a me
Uomo come tanti
Dovevo rivederla i suoi disegni erano davvero belli
Ed io che lavoravo ormai solo per i soldi
Io non mi ero accorto che nelle sue creazioni
Ci fosse ancora quella sana inventiva e creatività
Presi il telefono e incominciai a far girare i numeri sulla cornetta
Poi pensai sicuramente sarà ancora per strada magari a prendere un caffè
Quello che stupidamente non le ho offerto io
Maledetti soldi, mi hanno reso così distaccato dalla vita sociale
Accesi allora un sigaro e decisi di aspettare
Quando senti dei passi nelle scale e leggeri pugni alla porta
Era lei che tornava, pensai forse ha cambiato idea
Ma lei entrò nella stanza come un vento fuori stagione
Disse.. devo aver lasciato qui la mia agendina
Avevo altri appuntamenti oggi e non voglio certo far tardi
Io annunciai un "mi perdoni se non le ho offerto nemmeno un caffè"
E lei …ora triste…rispose…avrei voluto più attenzione
Questi disegni sono la mia vita, quello che ho imparato è tutto qui
Io risposi .. mi scusi non so più riconoscere una donna di classe
Tante sarte come lei pur di vendermi un loro capo
Sarebbero capaci di liberarsi del proprio…
Lei mi guardò…infastidita disse io non sono una di quelle e si girò come per andar via
Io le presi p un braccio e dissi….amiamo lo stesso lavoro
E da buon sarto le chiedo di ricucire lo strappo che c’è stato fra di noi
…mi ascoltò …bevemmo del tè….e poi ...
Paralammo un po’..lei ritrovò l’agendina che le era caduta nella fretta di andarsene, io mi sentivo ancora in colpa per il modo prepotente con il quale avevo giudicato i suoi disegni, lei non ritornò più sull’argomento mi chiese solo se poteva lavorare con me. Le mie mani erano sempre più lente e la mia vista non era delle migliori, odiavo il fatto che non avrei potuto più cucire da solo, ma il commercio doveva continuare, i soldi, quei soldi erano sempre di meno e prima che mi decidessi a trovare qualcuno che mi aiutasse avevo speso anche gli ultimi risparmi.
A lei dissi di si…era l’unica che mi aveva mostrato passione oltre che talento…il mio nome in città aveva ancora un grande valore molti della Parigi bene si vestivano da me.
Farai il sarto, così diceva mio nonno, ma io ci ridevo su e dicevo "nonno tu lo dici per le donne" ma poi ho scoperto negli anni di aver vestito molti più uomini, ho ancora la foto del mio primo giorno nella sartoria di Birsan Bell un americano con la mania delle stoffe, io non gli ho mai visto cucire niente ma era bravo nello scegliere le tinte e i ricami…mi mandava sempre a comprare del filo….filo corri …fil fil alla francese
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ciao