Quando un pomeriggio d’autunno entrò in quel negozio, fu tanto sorpreso nel vedere che si può

vendere stupore con incanto da non cogliere che i fiori erano il primo indizio. Non erano coperti

di rugiada… anche i fiori piangono, pur se in silenzio.

Fino ad allora aveva sorvolato il mare padano nell’Astigiano dove si stendono le colline del vino,

morbido come la flanella, con una macchina da volo con le ali in ossa di balena e la copertura in

finissima cartamoneta. Lì per lì non intese subito che il martin pescatore può aspirare al krill tra

i fanoni di una badiale azzurra balena che inaspettatamente, saltando fuori da un’onda, investe gli

altri cetacei attorno. E nuota distante dall’ora di cena.

A cagionare un sorriso è quasi sempre un altro sorriso, e da quel primo suo sorriso si videro

tante altre volte di chiacchierate a tirar mattino.

Come quando lui le disse con gli occhiali appannati, in un mattino di freddo particolarmente

intenso, che la sola cosa che di lei non amava era la fede che portava al dito.

Quell’ultima sera lei aveva lasciato il marito sulla poltrona col giornale sulla pagina della borsa,

intento a controllare l’andamento delle azioni. Ma l’amore è un baratto imperfetto. Con la mano

nella borsa sulla foto che non gli aveva saputo mostrare, ora che tra loro l’attrazione era forte e si

sarebbero potuti pentire di ogni altro petalo colto, lui in un attimo capì che sarebbe stato meglio

che lei rincasasse con la pioggia che consente di camminare a testa alta con il viso velato di lacrime.

Per lui una buona dormita, ponte tra l’afflizione e la speranza. “Non piangere mai per un uomo

anima mia, ti si sbava il trucco… e il mascara che tanto ti dona vale più di questo stupido cuore.

Verosimilmente desto, arenata sulla spiaggia le siedo mesto accanto… alla balena che salmodia

anche parole antiche, e l’uomo non le ode perché sordo ormai al canto”. Scritto sul fazzoletto

ricamato di stoffa, lucente, nel lembo della manica. “Tornerò dalla cornice senza specchio, l’unica

amica che quando piango nel mio appartamento non ride mai. Lasciami sull’uscio insieme alle

scarpe. Asciuga gli occhi, sorridigli se è sveglio. E sdraiati nel letto insieme al tuo bambino”.

Lei senza un perché si stupirà… anche se non dovrebbe, non dovrebbero. Eppure l'emozione di

pensieri così profondi e dolcemente serviti sarà come un vassoio di mignon... troppo belli da vedere

per essere sprecati mordendoli. Ed allora guarderà l’inchiostro quasi cancellato e penserà, mentre

gli altri, in tutta fretta, persi nella loro ingordigia, lasciano soltanto la lucentezza del cabaret vuoto,

ormai… io continuerò a incantarmi.

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Profilo Autore: Mirko D. Mastro  

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