Amo questa grigia Viareggio
perché non è la terra dove il sole nasce,
ma quella dove cade.
Cadere: nel sonno, in Paradiso, nelle viscere contaminate.
Cadere: volevo, quindi è uno di quei tuffi del coraggio?
Amo quando il mare se lo inghiottisce vorace,
come una bestia o il figlio rinchiuso di una guerra;
come se gli fosse per un attimo scappato il cuore
e se lo rimettesse vergognosamente nella giacca.
E queste alghe cosa fanno?
Bisognerebbe chiederlo a loro
prima di elargire sentenze.
Stese come panni al vento,
stringhe nere di un carnevale che prende in giro
se stesso.
Amo questo triste orizzonte dove le barche,
per rastrellare la stanca battigia,
scaricano pannolini pieni di merda
da cui nascono diamanti di battute.
Amo ancora quella sera in cui donasti
una lacrima a quel mare che di acqua salata
ne aveva fin troppa e volevo che la tenessi per te.
Quando indicasti la ruota illuminata
e volevi fare questo giro all'infinito,
senza romperlo mai,
nell'eterna ipnosi di mulinelli arlecchini.
Profilo Autore: Nicola Matteucci  

Questo autore ha pubblicato 494 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Collegati o registrati per lasciare un commento.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.
Per maggiori informazioni sui cookie e per gestire le preferenze sui cookie (di prima e/o terza parte) si invitano gli utenti a visitare anche la piattaforma www.youronlinechoices.com. Si ricorda però che la disabilitazione dei cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del Sito e/o limitare il servizio.