A piedi nudi m'inerpico
su antichi sentieri
dove lo spirito ha concepito
i suoi primi passi,
sui sentieri dei fruscii e dei silenzi,
per ridipingere la mia anima
con questi rossi di tramonti sconfinati,
del sangue della necessaria preda
e di una malinconia primordiale,
tra ataviche catapecchie di argilla e sudore.
E qui, spoglio
di ogni inutile ornamento e maschera,
posso dialogare con l'albero maestoso e saggio,
o con la sabbia infuocata da desideri e fame,
con il vento che accompagna
le dolci litanie di un'infanzia dimenticata
nei grigiori di periferie abbandonate.
Voglio demolire il tempo ossidato
di questa disumana quotidianità,
costruire il mio tempo
al ritmo delle danze propiziatorie,
con i versi di dorati fenicotteri
sospesi sulle alte cime frastagliate
di un'improbabile speranza,
respirare l'aria colma di acre salsedine
degli infiniti deserti
che smaterializzano il mio io
fino al punto estremo
di una gioia che divora ogni parola residua.
Commenti
Le tue poesie arrivano al cuore e fanno meditare. Mi piace molto il tuo poetare.
Un caro saluto. Ciao...