In questo sabato pomeriggio

di luglio inoltrato

supino nel letto, mentre penso

all’ultimo racconto che ho scritto

dai più poco apprezzato,

allungo il braccio sul lenzuolo

umido tra il sonno e la veglia

e nel ristoro del ventilatore inizio

a conversare con te senza spazio

tra le nostre bocche, con la tua maglia

da cuscino che profuma

di quell’educazione che ho nel baciarti

col permesso dei tuoi occhi.

Guardo il tuo viso che ti sta d’incanto,

ti sussurro sulle labbra e per distrarti

ti faccio il solletico con la mia barba

sfatta,  e scrivo su un foglietto

che un bacio deve peccare

di presunzione, fino

a credersi il primo per essere perfetto.

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Profilo Autore: Mirko D. Mastro  

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