Che cuore mi è rimasto?
Informe, fa statue di pietà
che di cognome si dicono fango innevato.
Fumi di camini lontani
innescano il sogno di una cena
che esplode nel gelo
dove non importa il suono.
Potessero, quelle statue,
si mangerebbero il naso aranciato
ma ardua è la scelta
fra il mangiare ed il fingere di respirare.
Con quegli occhi,
strappati alla camicia di un povero vecchio,
non si vedono che le immobili braccia
che il bimbo ha usato
scambiandole per il riciclo della morte.
Non lo sa: è nato boia, per donarmi
l'idea razionale del dolore.
Potessi, m'inchinerei col cilindro
ma finirei per provocare una valanga
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Profilo Autore: Nicola Matteucci  

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Commenti  

Davide Bergamin
+1 # Davide Bergamin 10-11-2018 10:51
Quando non colgo il senso di una poesia mi lascio sopraffare dall'idea del surreale. Questa tua mi lascia a metà tra il surreale e l'idea di un ipotetico destino tristemente segnato.
Grazie, mi è piaciuta.

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