Oh... Nel limbo etereo
del fato incerto,
nell'arena feroce della vita
s'erge un inopinato rivale,
dai plurimi volti
sotto scure ciocche
di assenza di luce,
un'ombra cupa dalle gemme nere
come occhi a scrutare l'impensabile,
mentre nel silenzio
tace con vigore il suo tormento!
Un tempo disperso
nell'incantesimo del suo vuoto
in continuo moto senza mai riposo,
lacrime di sabbia
nel deserto dell'esistenza
senza sole nel suo pudore!
Lotta contro il tempo,
sospeso tra l'inesplorata empatia
che originarsi poteva,
e senso di colpa
nei rovi dei suoi capricci
stretto nella morsa del rimpianto,
che lentamente soffocava!
Egli freme nell'abisso del suo essere,
percorre insonne il labirinto
oscuro dell'ignoto,
in cerca di gocce di pace,
e il cuore fragile palpita
nel dolore di fango,
nel vuoto interiore che neanche
il tempo può colmare!
Oh, come spettro errante
nell'eco dei suoi giorni,
tra le mura dell'impiego,
mi guarda come tempesta di fatica,
una mano sfumata
nell'etere del passato!
E io, io, non ho saputo
cogliere la sua parola muta
condita d'invidia per il mio operato,
non ho saputo comprendere
il suo grido soffocato
per i miei traguardi,
della sua rabbia per le mie capacità!
E ora nell'amaro
della mia stessa lotta
nel stargli a distanza,
il senso di colpa
si fa nodo inestricabile,
nell'ineluttabile cadenza
del tempo implacabile,
dove forse avrei
potuto stemperarne l'abisso,
sotto un'arcata sempreverde
e fiori freschi da respirare in armonia!
Ma nel farsi dei giorni
sfumava la lieta la speme,
e nell'inesausto susseguirsi
delle ore ballerine
il bianco mutava in grigio
e poi in nero,
come il mio sorriso!
Oh... Resta solo il rimorso
come spina nel petto,
per non aver saputo
comprendere per tempo
quel suo vuoto interiore
un greve malessere
a sprigionare stralci di complessità,
altro che complicità!
Possa il tempo
nel suo viaggio senza fine,
trovar meta di riposo
per quel inopinato rivale...
Ed essere indulgente con il mio errore,
ritrovar riscatto nel presente
che giustamente ammonisce
e presto compatisce,
nel cui cenno di compassione
e senso di colpa sottolinea,
allo svanire di questa lotta
senza vero confine.
del fato incerto,
nell'arena feroce della vita
s'erge un inopinato rivale,
dai plurimi volti
sotto scure ciocche
di assenza di luce,
un'ombra cupa dalle gemme nere
come occhi a scrutare l'impensabile,
mentre nel silenzio
tace con vigore il suo tormento!
Un tempo disperso
nell'incantesimo del suo vuoto
in continuo moto senza mai riposo,
lacrime di sabbia
nel deserto dell'esistenza
senza sole nel suo pudore!
Lotta contro il tempo,
sospeso tra l'inesplorata empatia
che originarsi poteva,
e senso di colpa
nei rovi dei suoi capricci
stretto nella morsa del rimpianto,
che lentamente soffocava!
Egli freme nell'abisso del suo essere,
percorre insonne il labirinto
oscuro dell'ignoto,
in cerca di gocce di pace,
e il cuore fragile palpita
nel dolore di fango,
nel vuoto interiore che neanche
il tempo può colmare!
Oh, come spettro errante
nell'eco dei suoi giorni,
tra le mura dell'impiego,
mi guarda come tempesta di fatica,
una mano sfumata
nell'etere del passato!
E io, io, non ho saputo
cogliere la sua parola muta
condita d'invidia per il mio operato,
non ho saputo comprendere
il suo grido soffocato
per i miei traguardi,
della sua rabbia per le mie capacità!
E ora nell'amaro
della mia stessa lotta
nel stargli a distanza,
il senso di colpa
si fa nodo inestricabile,
nell'ineluttabile cadenza
del tempo implacabile,
dove forse avrei
potuto stemperarne l'abisso,
sotto un'arcata sempreverde
e fiori freschi da respirare in armonia!
Ma nel farsi dei giorni
sfumava la lieta la speme,
e nell'inesausto susseguirsi
delle ore ballerine
il bianco mutava in grigio
e poi in nero,
come il mio sorriso!
Oh... Resta solo il rimorso
come spina nel petto,
per non aver saputo
comprendere per tempo
quel suo vuoto interiore
un greve malessere
a sprigionare stralci di complessità,
altro che complicità!
Possa il tempo
nel suo viaggio senza fine,
trovar meta di riposo
per quel inopinato rivale...
Ed essere indulgente con il mio errore,
ritrovar riscatto nel presente
che giustamente ammonisce
e presto compatisce,
nel cui cenno di compassione
e senso di colpa sottolinea,
allo svanire di questa lotta
senza vero confine.
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