per non ricordare
mentre il tuo volto
s’accinge sul mio
per non morire.
Libero l’anima sepolta
in un passato fuori dal mondo
tra macerie, rocce
di un tempo
che non mi appartiene.
Ascolto melodie in questo essere
che trascina il corpo
su passi oramai affannati
e stanche gambe
in un lento andare
sento abbandonare in me
l’essenza
di rughe sepolte e scarnite
nel viso
mentre tutto muore
lasciandomi un sospiro
sul viso.
La mano bianca piange mancanze
e cosparge il capo di cenere
insiste la terra nel far nascere i fiori
e il buio apre il limite e lo lascia urlare.
Aspetto che frolli le carni e inveisca al rifiuto
fuggo via giù lungo la gente fin su la via.
E chiedo aiuto, porto fiori al pianto
Non c’è Nessuno e infine m’inchino
ad un dio scaltro e cinico ancora e ancora
vestendo la disperazione col silenzio in un calice vuoto
Non basta dire lascia che sia
in questa torre d’avorio lontano dal mondo.
Son lacrime che scendono dal fondo
rivoli d’amore che han perso l’aurora.
quest'aria gelida
fa tremare, morire,
lasciandoti immobile.
Hai smarrito la strada
disperato non sai cosa fare,
piangi come un bambino.
Eri così forte. invulnerabile
ma il gelo ti ha ucciso
sovrastandoti...
In un attimo
sei rimasto indifeso
senza via d'uscita
ti sei abbandonato al destino.
Hai chiuso gli occhi,
aspettando...
Il gelo del cuore
nel silenzioso buio.
Tra le stelle
antiche del tempo
dove nasce la luna
e il silenzio da pace,
dove il sogno
diventa realtà
e la notte accompagna
la vita
perché c'è via d'uscita,
non si perde nel buio.
Lì in quel cielo di stelle
che visto da qui
è un immenso deserto,
c'è un mondo incredibile
di pianeti diversi
e di vite nascoste
han paura di noi
di quest'odio innato
che ci ha invaso la vita.
guardo in silenzio la dolcezza disperata
che china il capo con lacrime di fata
e profuma il sogno di mistero e cielo
lasciando nelle mani una piccola stiva
il cuore trasognato lungo la riva
adagiato in una dolce ninnananna
folata antica di canto e panna
dispersa in un tempo lontano
dove parole di nonna sussurrano
melodia di biscotti e torte fatte a mano.
Come la rosa, i giorni si lasciano morire
non guardano più al cuore sul finire
e il tempo partorisce folletti di noia e disperazione
che saltellanti diventano asilo e illusione
rimpianti, sentimenti e fuga di passione
dimenticati sotto un tappeto di rughe
dove cercare l’ultima giovinezza sopravvissuta
quella più amata , da vivere e mai vissuta.
la raffica di parole urlate a gran voce
frasi ardite
che vorrei non fossero mai nate
Come schegge roventi e taglienti
spezzano l'aria quieta
schizzate e inferte sui corpi agitati
divorano e dolgono
brandelli d'anima
Scende poi esplodendo
in un attimo
il silenzio
dopo la furente battaglia
e scie di lacrime amare
bruciano sulle ferite aperte
La mente fugge
verso mondi nascosti
ma l'incessante pianto
offusca il vedere
mi perdo nel vuoto
e nell'abbraccio freddo del buio
tremo
I pensieri si scontrano
tra loro
vagano brancolando
ancora tormentati
nella confusione invadente
e la ragione non parla
Mi fermo
non voglio affondare
nella fanghiglia disperata
il respiro si calma
e un puntino di luce scintillante
emoliente si spande
Si aprono le porte
del mio mondo affollato
il groviglio di pensieri
si dipana al battito
quasi regolare del cuore
e lentamente qualcosa cambia
la nebbia si dirada
oltre lo sguardo
Torno a tessere sogni
che credevo infranti
li appendo a stelle galleggianti
e riaprono agli occhi
visioni di lucida realtà
e modi differenti
di camminarci dentro
E ora soffio con decisione
su nuvole nere e ingombranti
che si dissolvono rapidamente
nella pacatezza della mente
e nasce ancora quel sole
che scioglie nodi e ghiacci
Mi aggrappo con tenacia
alla forza naturale
del mio io
e risorgo serena
come una fenice
dalle sue ceneri
e con le sue lacrime
guarisce ogni ferita
Finalmente la purezza dell'aria
emana stabilità
sorrido
e pensando respiro...
Vigliaccheria incolta, stupore nel vedere le
stelle muoversi
Pensieri che precedono pensieri
Fulmini di colori nella vista, resina selvaggia
come pasto per la nostra strada
Sensi dissipati, messi a marcire dal progresso,
imbalsamati da una persona con la
cravatta.
Musica incessante, pensieri & ragionamenti
sovrapposti alla cascata dell’istinto.
Dov’è la Dea?
Dove si nasconde?
Cosa nasconde questa frenesia di
scrivere?
Ricerco popoli estinti; custodi del sapere.
al cuore e hai polmoni.
Mi lascerò alle spalle l’aria inquinata sporca
farò pulizia di tutto.
Una nuova vita mi aspetta la luna e cambiata
adesso c’e’ la luna nuova.
Conosci delle emozioni nuove che ti arrivano
dritte al cuore.
Sensazioni nuove brutte ….belle che ti fanno
male.
Una vita nuova per non sbagliare.
Una vita nuova per non fidarti più
Di nessuno.
ho viaggiato nuvola gonfia
di rosse lacrime
donna deforme grassa
come le donne di Botero
Sfiorato ho un roseto secco
punta da una spina
mi sono sgonfiata
come un palloncino
volando sbattuta a destra e a manca
con uno schianto
caduta a terra facendomi lago
di sangue che dagli occhi
nuovamente umani sgorgava
Ora allo specchio
vedo una donna nuova
dal collo lungo elegante
come le donne di Modigliani
indosso abiti aderenti
scarpe dal tacco alto
Non è morto il dolore
ma neppur io
più non fuggirò
anche a Sammarcanda mi troverebbe
la sofferenza
io vivo ancora e vivrò
per te per noi
il dolore parte della vita
come la gioia immensa
che mi dona il tuo sguardo
A capo chino
rassegno le mie idee di vita,
vedo spuntare
i miei capelli bianchi
e qualche ruga qua e là sul viso.
Rivedo la mia vita
e vedo quel che resta.
No,
non voglio piangermi addosso,
lo so
che prima o poi,
anche per me sarà finita.
Addio speranze,
illusioni,
forse abbasserò ancor la testa
e arriverò così fino alla fine,
forse,
se ne avrò il coraggio
dirò basta
e mi avvierò al tramonto,
forse,
avrò il coraggio
di andare avanti
e vedrò ancora
l'alba di un nuovo giorno.
una carezza di sabbia scartavetra il buio
mondi lontani impiccati alle funi
e la paura resta aggrappata ai bambini.
Capire cosa manca non è vivere
star giù con la testa e aspettare che passi
l’illusione m’ illumina il viaggio
su terre di scrittura dove il saggio
lancia sassi nell’acqua
che han smesso di rimbalzare
giocattoli rotti sull’altare
la benda sugli occhi all’amore.
Proteggo la poesia dalla morte e dall’orrore
vergine cullo il figlio nella tomba
e dimentico di aver superato la soglia
con mani e piedi legati, sporchi di pioggia.
Io non sento più ma lui ha voglia.
E sorrido. Sono sola e sono viva.
Derubata di rabbia, vita e follia
con solo la fantasia a farmi compagnia.
Ecco chiudo gli occhi! Ora ha smesso di far male.
Fu mano della storia.
Gli albori di un percorso già scritto,
Le manette del caso.
Il libero abritrio
Mi portò su strade
Deserte, sicure e nobili,
Allagate e disertate.
Il percorso dei futili
E' un inferno
Tempestato di diamanti
Io bruciai
Tra le fiamme della coscienza.
Voglio cancellare il tuo volto dalla mia testa.
È crollato un castello.
Non piangere sulle macerie
non è cosi che lo ricostruirai…..
Alzati in piedi su queste macerie
asciugati il viso.
Alza lo sguardo al cielo
vedrai che il sole tornerà a brillare
Il tuo cuore tornera’ a battere
e sara’ come un’eclissi totale.
Prima il buio e poi la luce in
tutto il suo splendore.
Piangeva sangue acido.
Luci d'emergenza accecanti,
Vie di fuga obbligate,
In una fuga forzata,
Eterna.
Alle spalle
Tenebre di vita:
Chi ha il paradiso,
Chi sogna il paradiso,
Chi sogna se stesso,
Chi ai sogni non crede più.
L'urlo della buonanotte
Scosse solo le macerie
E restò muto.