La schiuma del dolore
a riempire rughe
di rabbia in occhi lucidi.
Inghiotti veleno
accusando colpi ruvidi
che strappano la pelle
a un'anima sempre più
resa muta nel tempo.
Intesti le righe del tuo vivere
di pensieri vissuti dal tempo
stracciando la gioia d'essere.
Implodi, mettendoti in ginocchio
solo per comodità, senza cadere.
Volgi gli occhi al cielo
ritrovando quel sole che
aspetta solo il tuo sguardo e...
Anima d'esile corpo,
gridi in silenzio
cadi,
perdi la luce,
sprofondi in un abisso
senza ritorno.
Ti sdrai,
si ferma la mente,
vi è quasi puzzo di stantio
tutto sta per finire.
Fatiche di un essere
sensibile
che non riesce
più ad affrontar la vita.
Boato improvviso,
risveglia e
allarga i limiti della mente,
limpido il futuro ora diventa,
la fiamma, luce del corpo divampa
incamminandosi verso l'alba.
Tra i campi ingialliti di trifoglio
occhi docili guardano il cielo .
Una tela dipinta
affonda il torpore tra le nuvole e
canta con le cicale.
I passi che attraversano
parlano del fiume
posso ascoltare tutte le scorciatoie, i sentieri ,
tutto ciò che batte
li sotto un filo d’erba .
E se guardo la luna
le stelle mi nascono
una ad una e mi turbano .
Qualcosa si fa canto.
Aspetto che l’aria scompigli i capelli
aspetto di perdermi dentro le onde del mare
ciondolare come un girasole
raccontarmi tra le pagine ancora e
quando tornerà la solitudine nel cielo
come una nuvola lasciarmi fluttuare
nella malinconia di un tramonto o
in un bicchiere di neve .
Ma esplodono le gemme sui rami
e il bacio della Primavera
mi solletica le mani .
nella notte di queste lacrime
che copiose rigano le gote
di chi ancora ti desidera.
Ti sogno ancora,
nel corruccio di chi consapevole comprende
che la morte non lascia scampo.
Ti sogno ancora,
nell'infinita certezza
che il filo spezzato
un giorno si rilegherà
per ricongiungersi nuovamente.
Ti sogno ancora,
nell'intimo dell'universo
del mio cuore,
che il giuramento d'amore
fatto sul ciglio della tua vita
saranno mia scialuppa di salvezza
per sigillare quell'addio temporaneo
in perpetua certezza
che un giorno in cielo ci rincontreremo.
Ti sogno ancora,
nel profondo distacco
che il destino ci ha inflitto
spaccando a metà
l'inferno e paradiso
che questo amore mi dà e renderà.
Ti sogno ancora;
a mani vuote e cuore pieno
di dolore a segnare i miei sogni
con l'ombra della tua carenza!
E ti sogno ancora, e ancora tanto ti sogno,
perché nel sognare
brilla un barlume di miraggio sospeso,
che mi lega ancora a te
ed è per questo che...
Ancora ti sogno inevitabilmente!
Seduta sulla valigia
in questa stazione
sperduta nel vuoto di quell'addio
che non ha lasciato scampo,
rimbomba l’eco delle tue parole:
"Tutto tra noi è finito."
Lacrime,
smettete di solcare il mio volto
facendo rinvenire ricordi
che più straziano il cuore
e ossessa nel pensare
dimentico di avere tra le braccia
il mio dono più grande
che attende il domani.
Futuro dell’”ora" ci sei!
A te riverso l’immenso amore,
non posso lasciarmi andare,
mi sentiresti singhiozzare
dinanzi ai tuoi occhi,
mio bimbo innocente.
Trattengo il dispiacere, rifugiandomi
nel tuo dolcissimo sorriso.
La mia speranza.
Mentre aspetto il treno che m’allontanerà,
fisso le rotaie, del mio nuovo destino.
con forza e pazienza
ma ci credi?
Guardo e immagino il mio viso che ti guarda e ti domanda,
non lo so che sguardo ho,
non posso immaginare cosa puo provocare il mio osservarti, dopo la domanda.
Eppure ti osservo, ascolto, non ti parlo,
poi d'un tratto tu mi chiedi,
e vuoi risposte,
non ne ho,
sono affollato e popolato di domande
temo le tue risposte.
nel battito della notte...
i giorni scorrono veloci
trasportati
dai tuoi occhi bagnati.
E' passata una vita intera
e
solo ieri
era apparso
il nostro primo
sorriso.
Mi sono fermata un istante
e
le tue mani
stanche
parlano da sole...
accarezzano
il futuro
che ci avvolge
nel suo mantello
trasparente.
Quand’è sera
a mani disgiunte
tra Gioie d’occasione
rendo grazie a quel Dino
e alla Rina per un
altro giorno d’ispirazione.
Non avrò parola se non
da dita fredde, giace
in scomoda prona
sibilla Andando e stando.
Amo dunque sono,
e suona la campana.
che non ha tomba
né litania
Cammina
nell'anima
nel ringhiar
del dolore
Va e cerca poesia
Che come
religione
senza Dio
Strappa
da dentro
la gabbia
dell'io
Va' e cerca
il mugghiare
del mare
la belva feroce
di quegli uomini
appesi alla croce
Cerca poesia
nella strada
solitaria
Fa del verso
la tua meta
e la tua aria
Sembra di poter scorgere
il fiato morbido di un lume,
nell'attesa di notti e scalini.
Lasciasti ci coprisse una scia
lunga una vita o una notte
sola, gradevole di gelsomini.
Sussurrasti con il ruscello su
barche di giornale il mio e poi
il suo nome, noi ti stavamo
ad ascoltare in fondo alla via.
Tremavi flebile, sola agli occhi
del lume… lei ed io c’eravamo
nelle notti bagnate di silenzi
e brina versate su quelle mie
d’inchiostro, le sue rosse d'albe.
Posso scorgere dalle tue finestre
aperte uno scalino più su, il buio.
Ricorderemo i passi nelle gambe.
E' finito un inverno
che sembrava un inferno
dove ombre di vita
chiuse dentro in lager di vetro
non avevano più sogni da raccontare.
E' finito così
arrivato nel silenzio
e sparito con un ultimo soffio di vento.
Ora il sole sembra più caldo
si respira un po' meglio
e si sveglia quella voglia
che solo lei sa dare.
Primavera di sogni
quelle ombre da troppo tempo
chiuse li dentro
puoi dare speranza
dentro giorni migliori e sempre più caldi
non dovrà essere più un inferno
ma un bel manto fiorito
con sopra tante stelle
che ritornano a brillare.