di rivedere luoghi
di gioventù,
paura di star male
al pensiero di chi
non c'è più,
di vedere troppi
cambiamenti.
Non ho il coraggio
ma devo essere
forte per due,
tu non sei più tu
dopo l'intervento,
ed io mi sento
tanto sola.
Iceberg,
è così che alcuni mi chiamano…
sì proprio iceberg,
perché mostro non a tutti,
non a chiunque
una minuscola parte di me.
Non capiscono, non si chiedono
il perché.
Non sanno, non immaginano
che sotto questa montagna di ghiaccio
vive il mio inferno
fatto di emozioni e pelle lacerata.
E a chi mi chiede come sono
rispondo ammiccando un sorriso
che sono liquida…
fatta di sangue e lacrime.
Non tutti comprendono
questo mio dire,
senza chiedere o avere spiegazioni
interdetti credono
che io sia un po’ fusa.
Ma in realtà
so che sono solo per pochi;
per coloro che conoscono
l’amaro sapore e il pungente odore
di lacrime versate da chi
ha dato tutta se stessa
senza chiedere o volere
nulla in cambio.
Lenti rintocchi
di vecchie campane
giungono tristi
e martellano i cuori.
Piaghe dolenti
di lacrime amare
provocano rivoli
che scorrono rapidi.
Nel vicino campetto c'è
chi attende un vecchietto,
fiducioso e paziente
di sentir la sua voce.
Un gruppo di bimbi
ad una sedia fa cerchio
rivivendo le favole
di un allegro nonnetto.
che tutte queste fiamme
di cristallo
saranno solo
un ricordo.
Arriverà improvviso...
squarcerà il cielo
e cadranno
pezzi di nuvole
sui sentieri solitari.
Arriverà il giorno
che incontrerà la notte...
e senza paura
si fermerà ad inseguire
il suono
della tua voce
ormai lontana.
È in questa leggera nebbia
dove scivolano ombre
e scorrono pensieri
e dubbi.
È tra quelle infinitesimali gocce
che i miei perché si perdono,
mentre ombra tra le ombre
cammino
e sulle spalle,
pesante macigno
pesa la mia vita solitaria
e stanca.
La schiuma del dolore
a riempire rughe
di rabbia in occhi lucidi.
Inghiotti veleno
accusando colpi ruvidi
che strappano la pelle
a un'anima sempre più
resa muta nel tempo.
Intesti le righe del tuo vivere
di pensieri vissuti dal tempo
stracciando la gioia d'essere.
Implodi, mettendoti in ginocchio
solo per comodità, senza cadere.
Volgi gli occhi al cielo
ritrovando quel sole che
aspetta solo il tuo sguardo e...
Anima d'esile corpo,
gridi in silenzio
cadi,
perdi la luce,
sprofondi in un abisso
senza ritorno.
Ti sdrai,
si ferma la mente,
vi è quasi puzzo di stantio
tutto sta per finire.
Fatiche di un essere
sensibile
che non riesce
più ad affrontar la vita.
Boato improvviso,
risveglia e
allarga i limiti della mente,
limpido il futuro ora diventa,
la fiamma, luce del corpo divampa
incamminandosi verso l'alba.
Tra i campi ingialliti di trifoglio
occhi docili guardano il cielo .
Una tela dipinta
affonda il torpore tra le nuvole e
canta con le cicale.
I passi che attraversano
parlano del fiume
posso ascoltare tutte le scorciatoie, i sentieri ,
tutto ciò che batte
li sotto un filo d’erba .
E se guardo la luna
le stelle mi nascono
una ad una e mi turbano .
Qualcosa si fa canto.
Aspetto che l’aria scompigli i capelli
aspetto di perdermi dentro le onde del mare
ciondolare come un girasole
raccontarmi tra le pagine ancora e
quando tornerà la solitudine nel cielo
come una nuvola lasciarmi fluttuare
nella malinconia di un tramonto o
in un bicchiere di neve .
Ma esplodono le gemme sui rami
e il bacio della Primavera
mi solletica le mani .
nella notte di queste lacrime
che copiose rigano le gote
di chi ancora ti desidera.
Ti sogno ancora,
nel corruccio di chi consapevole comprende
che la morte non lascia scampo.
Ti sogno ancora,
nell'infinita certezza
che il filo spezzato
un giorno si rilegherà
per ricongiungersi nuovamente.
Ti sogno ancora,
nell'intimo dell'universo
del mio cuore,
che il giuramento d'amore
fatto sul ciglio della tua vita
saranno mia scialuppa di salvezza
per sigillare quell'addio temporaneo
in perpetua certezza
che un giorno in cielo ci rincontreremo.
Ti sogno ancora,
nel profondo distacco
che il destino ci ha inflitto
spaccando a metà
l'inferno e paradiso
che questo amore mi dà e renderà.
Ti sogno ancora;
a mani vuote e cuore pieno
di dolore a segnare i miei sogni
con l'ombra della tua carenza!
E ti sogno ancora, e ancora tanto ti sogno,
perché nel sognare
brilla un barlume di miraggio sospeso,
che mi lega ancora a te
ed è per questo che...
Ancora ti sogno inevitabilmente!
Seduta sulla valigia
in questa stazione
sperduta nel vuoto di quell'addio
che non ha lasciato scampo,
rimbomba l’eco delle tue parole:
"Tutto tra noi è finito."
Lacrime,
smettete di solcare il mio volto
facendo rinvenire ricordi
che più straziano il cuore
e ossessa nel pensare
dimentico di avere tra le braccia
il mio dono più grande
che attende il domani.
Futuro dell’”ora" ci sei!
A te riverso l’immenso amore,
non posso lasciarmi andare,
mi sentiresti singhiozzare
dinanzi ai tuoi occhi,
mio bimbo innocente.
Trattengo il dispiacere, rifugiandomi
nel tuo dolcissimo sorriso.
La mia speranza.
Mentre aspetto il treno che m’allontanerà,
fisso le rotaie, del mio nuovo destino.