per la via dell'anima
inciampando
tra una folla di pensieri,
alla ricerca
della consapevolezza
di me stessa.
Sono fortunata,
in parte l'ho già trovata
reduce da cadute
che mi hanno insegnato
a guardare
in modo diverso, là...
dove gli altri
mettono paletti
di limiti all'orizzonte.
Io continuo affascinata
dal mio cammino,
mi rialzo
e percorro il sentiero
di questa mia anima scossa.
Ho capito
cos’è fondamentale:
“Crescere” …
mettendo in discussione
continuamente me stessa,
nella consapevolezza
che nulla vale la pena
vivere, se non l'amore.
Quasi ogni domenica
sera prima della fine
del weekend tolgo
e aggiungo alla lista
quelle cose da fare
prima di dover morire.
A un certo punto
erano settantacinque
fino a restarne diciannove,
e ammesso che io sappia
ancora far di conto, dopo
la spunta questo fine
settimana rimani solo tu.
Tu di cui non so neppure
pronunciare il nome…
il vento tra la meliga nella
luce autunnale porterebbe
i fiori gialli fin sulla costa
dove le stelle marine
chiacchierone lo direbbero
al cembro che a sera ti parla
dalla finestra del giardino.
La sola cosa che mi manca
è fare l’amore con te ogni
volta prima di sognare,
con le tue mani sul mio
petto a mescolar emozioni.
come colombe
gaie e gioconde
nel ciel del serafico
dopo la guerra
del tempo,
le nostre emozioni
di vittoria
sul nemico invisibile
dal volto senza indulgenza,
quando la speranza
di una nuova
rifioritura interiore
ci aizza
a spiccar in volo
per riconquistare
la vita.
Orsù prima
che la tua vita muoia,
ricorda di nascere
nei tuoi sogni
ogni qualvolta
il tuo cuore
crea le sue opere
sulla tela
della vita,
senza scordar mai
il peso del fardello
che in un eterno momento
imprigionando la libertà,
in realtà
la riformava
più audace di prima.
Il poeta, taluno, tenendo un verso
in ventre tocca la carta con la mano
sinistra e con la destra aziona
la penna; e si desta quando è notte.
Con lo strumento ad arco il musico,
in grembo, tocca le corde con la mano
sinistra e con la destra aziona l’archetto.
Mi ricorda i suonatori di crotte.
Il poeta, talaltro, tenendo gli occhi
al cielo tra la striscia bianca lasciata
da un aereo di linea e quella sul tavolo,
fissa un verso sulla ricevuta della spesa.
Fisso un verso sul banco con la morsa
e limo di raspa strisce come di segatura.
Dorme il poeta… uno sbadiglio
si appoggia sulla candela ancora accesa.
Inizia da qui
l’abbandono di terreno movimento
scivola e sguscia da pori invisibili
da nervi a corda
da abnormi lenti liquidi
d’esplosivo colore
è chiaro e tranquillo
riporta al contare
l’esser incisivo
alla nascita
al suo urlare
di vissuta scomodità
Lo lascio andare
quel che esce
dal suo trastullarsi nuovo
dal suo meravigliarsi sconosciuto
dal suo impetuoso sfogo
Lo lascio andare
come in ripida discesa
con sprovveduta conoscenza
con salutare impazienza
Finisce senza fine
Arrivando a nessun confine
Dilaga fino alla riga d’orizzonte
Ed oltre ancora
Asciugandosi la fronte
Sentendosi ancor respinto
Mai domo
Non dandosi per vinto
Tocco con il dito
il contorno della luna
e penso al tuo sguardo
così lontano…
Passo dopo passo
ricostruisco le tue parole
non dette
ascolto la voce del vento
che trascina lentamente
le nostre vite…
Quale magia può trasformare
queste acque turbolente
in placidi specchi
di laghi montani…
Quale magia può
regalarci quei
fili trasparenti
che legano insieme i
nostri pensieri segreti…
Scorre il tempo
accarezza
i nostri sogni
e ogni tanto
per caso una luce
improvvisa
si accende.
Il pensiero dei giorni passati
avvolti dalla pioggia e dal buio
ha sgombrato il ponte della vita.
C'è il fischio di una sirena che stride.
Mi ritrovo ammucchiato in fuga
odore di mirto sulla mia schiena
un filo di fumo rigido tra gli occhi.
Cento e più passi, vociare nel silenzio
che scopre i battiti del cuore notturno.
Impazzirei, se lo sentissi tacere.
Sono fermo, brontola la corsa del mare,
è lenta rinuncia di orme di sabbia.
Cresce ancora il vento, si perde in boati.
Naufraghi ascoltano le onde sirene,
per il moto dell'acqua cozza il mio sguardo.
L'alba ha un viso famelico, ingordo,
e viziosa ingoia il mio nome.
Mi piace scrivere
ma altrettanto
trovo piacere
nella condivisione
di ciò che ho scritto.
C’è stato però un tempo
in cui le mie poesie
le tenevo chiuse
nel buio di un cassetto.
Quando le ho cercate
tra pasciuti tarli
e pance all’aria
ho trovato solo
parole masticate
in piccoli coriandoli.