Sen to che èilmo mento giu sto.
Sono tutte ombre le mie parole
chiuse dietro una porta della sala da pranzo,
una sembra lo spazzettone felpato,
le altre fanno pensare a delle scarpe nere,
ai pattini dismessi della lucidatrice
- stanno al buio immobili per dieci ore al giorno -
ed io che ne sopporto volentieri undici
oh, esagerato che sarà mai,
in fondo si può sempre giocare sul tappeto fatto a maglia
tra le arance e un soffitto da notte di Spagna,
oppure piangere stando in equilibrio sul nasino,
sul tavolino da thè
a veder passare il mezzadro
- quello che sa tutto dell'amore segreto del prete -
e che porta ogni ultimo dell'anno in cucina
una grossa cesta di verdure colorate.