Divisioni d’infinito
carezzano le desinenze del mio io
ed un grembo di cielo
avanza petali del nostro domani,
tesse battiti di nostalgia
impigliati in refusi lunari.
Sbottono una valigia d’eco
fra le consonanti dell’anima mia
e ripenso ai nostri giorni feriti,
ad un sipario d’incontri perduti,
ad una risacca di cometa
a stringere solitudine d’eterno.
Rafia di vuote abitudini
soccorre il tempo dei pensieri
in questo silenzio d’aprile:
sei l’idea spoglia
del mio cuor in divenire.