disegnando strisce confuse sulle pareti
accese spente e riaccese
dal passaggio di nubi che
un vento trascina via con sé
trovando eco tra sentimenti
contrastanti che vorticosamente
muove suonando una musica senza tempo
che nasce dal cuore.
Quel vento ruba cieche emozioni
dal centro e le vomita in periferia
dove due ombre sono già notte,
sussurra parole a bassa voce
ma sono in tanti ad ascoltarlo
tra un palazzo e l'altro.
Sul marciapiede una puttana
si accende una sigaretta
col filtro ma senza dignità,
le auto che passano veloci
la vestono di sguardi
durante il rosso di un semaforo
e nel verde la dimenticano.
Questa città di notte,
assomiglia a troppe cose
un mucchio di stelle
cadute senza far rumore
dando un nome
alle strade e a tutte le cose,
le stesse di sempre.
Mai qui troverai
qualcosa che non ha un nome
un sesso e un colore
ma sbagli se
credi di conoscerli tutti;
Perché nel silenzio baciato dalla luna
ogni cuore canta la sua canzone
e non è poi tanto
importante che abbia un nome
basta che il vento
porti via con sé questa emozione,
e che nulla vada perduto
nel freddo di questa notte
in riva alla città...
In riva alla città
Quando soffre un innocente
si risveglia una rabbia veemente
portandoci lontano dal presente
dove la vita, per milioni di persone
è un inferno quotidianamente.
Guerra, fame, povertà, emarginazione
tengono in schiavitù
milioni di persone.
Non più sorrisi
di vecchi e bambini
solo pianti di donne con i loro piccini.
Dimore distrutte, giacigli bruciati,
dalle bombe e, dai fuochi incrociati.
Non resta più niente,solo dolore,
proprio per questo esiste il rancore
per chi ha scatenato tanto dolore.
Quanto odio c’è nel mondo,
ferendo il cuore di chi si ciba d’amore,
furioso di quello che oggi succede
solo perché il potente non vede
il grande dolore che ha seminato
distruggendo tutto quello che è stato creato.
Non solo oggi la guerra è dolente
anche in passato è stata avvilente;
con tanto fervore le hanno cercate
le grandi battaglie delle crociate.
Per il misfatto che ha commesso
nei confronti della vita
giunga certa la condanna
che le tolga pur la vita.
Questa rabbia
che ci rode dentro al cuore
cresce ancora a dismisura
contro l’odio e la paura.
Ascolto il silenzio
per non vedere il pianto.
Sento il profumo di prati in fiore,
di margherite e di viole,
è lontano il sangue sparso sulla terra
dai malvagi che fanno la guerra.
Non voglio sentirlo
il sangue dei nostri fratelli
versato per ingordigia,
prepotenza e stupidità.
Quale Dio li fermerà?
La guerra nessuno la vince,
non è un gioco,
armi sempre più potenti,
armano persino gli adolescenti.
Martoriate e sacrificate vite umane
tra silenzi di viaggi senza fine
con finestre aperte all'infinito eterno
di silenziose
secoli di lavacri
e inginocchiatoi
per purificare
la carne putrida
di qualche noioso peccatore
ebbro di cristiana virtù.
Lasciamo questo
alle vite dei santi
ché noi siam fatti per gioire
lontano dalle oscure tentazioni
delle corone di spine.
Un passo di storia e un uomo primeggia
Fa del caotico il suo bel palazzo
L'animo poetico è la serva
Che se cenere saranno
L'animo poetico è una formica
Poeta, ricorda
Non sei cinque, quattro, tre o due stelle
Pianure d’erbe verdi, del colore di girasole
aiuole di mandrie, di greggi con prole,
ogni anno cercano di cambiarti colore.
Il male che fai alla mia amata Terra
attraversa il mio cuore,
scavando dolore nella mia anima.
Che tristezza il mio muscolo di carne
la ricerca di armonia che ripongo in te Madre,
oggi si muta in rabbia.
Paradiso di cenere deserto, fiume rosso di sangue
la mia cara Terra!
Quelli che disprezzano non provano Amore
quelli odio e rancore hanno nel cuore
Quelli che non son degni di metter piede
nella mia amata Terra.
non hanno rispetto, non hanno riguardo.
Tu infiammato criminale di fuoco
meriti di bruciare il tuo corpo,
la tua anima all’Inferno!
Nessuno deve avere compassione
sei un essere immondo, vivi col tuo rimorso
che ti insegue giorno dopo giorno,
fantasma della tua stessa ombra.
Figli della mia cara Terra
neanche una casa per piangere
il vostro dolore,
con le vostre lacrime intingere
le ultime foglie,
fare dono d’acqua
a ogni nuova fronda
mentre io mi piego e asciugo
il mio sudore di lacrime amare!
Se potessimo colpirti
se potessero investirti
se potesse su di te sfogare
se di veleni e ancor veleni
tu di scudi ne hai infiniti
non voglio più privarmi di chi vale,
no, oggi no!
Al diavolo chi mi criticherà,
chi non avrà il coraggio di affrontarmi,
chi non ascolterà le mie ragioni,
non m’importerà di niente…
oggi decido io!
D’ora in poi farò a modo mio;
e io voglio solo ridere, scherzare,
sostenere e incoraggiare
chi vuol star bene e mi fa star bene
senza dovermi preoccupare
se per altri è giusto o sbagliato
parlare o tacere,
fidarmi o dubitare…
Tenderò senza esitare la mano
a chi dal nulla mi ha detto
a cuore aperto senza indugiare
“mi manchi”, “ti voglio bene davvero”.
Da oggi ci sono e ci sarò
per chi mi ha dimostrato
giorno dopo giorno tutto ciò,
per chi come me ama sognare,
progettare e realizzare
e non solo fantasticare…
Ho amato e amo ancora
incessantemente,
prepotentemente,
costantemente,
chi come me d’amor si nutre
e vive senza ma e senza se.
terra di passaggio,
marchio inconfondibile
di millenari scenari
ancora visibili di battaglie,
per conquista o libertà.
Inesorabile popolo sottomesso
veemente da nobili casati,
s'abbandona al baronato.
Pervasi da sentimenti servili,
scossi segretamente
da spirito ribelle,
sanguigno e coraggioso,
intenso affondar di lama
in sottil pensiero,
parole che han paura di uscire:
"Progredire".
Lasciatevi trasportare
dal vento caldo di libeccio
che soffia su antica
giovane Trinacria.
Imbrattatevi
della mia terra che brucia
sotto il vostro passo
par coglierne la radice
degli onesti che urlano
sul sangue, la libertà.
il muro del tempo
con il tuo passo
lento e goffo,
impaurito e titubante
a occhi lucidi
ma con in petto
il valore del tuo essere.
Errori commessi,
per via dell’irrazionalità
che al tempo
hai permesso di sopraffare.
Umile e in silenzio,
t’inginocchiasti
per chiedere scusa
all’anima andata.
Ai tuoi passi sapienti,
hai donato l’incoscienza
per sovrastare
l’attimo di smarrimento,
sorridendo in faccia al dolore ribelle
schiudendo le tue ferite,
col tuo imparare.
Affamato il mio giorno, sfamo
dalle note vibranti che strimpellano
nelle tue parole libere di dolcezza e violenza...
forse dure ma, pur sempre vere.
Ti sento vibrare se pur lontana
tra i tuoi silenzi titubanti.
Occhi di cristallo, mi tuffo
tre le emozioni vissute
se pur intrinseche di dolore,
mente d’acciaio,
la tua immagine mostri
tra le orme incise nella via,
dove un pittore scruta e trae
l’anima pittoresca della tua essenza
pura e leale verso la vita,
e col suo pennello infuocato
incide armoniosa la tela.
Ecco, semo a l’ennesimo Natale.
Ma, ar vede’ ‘st’atmosfera de festa
quante cose me vengheno in testa…
‘Sto giorno se dovrebbe scorda’ er male.
*
Ma a costata’ che er monno è innaturale;
ch’è diventato come ‘na foresta
si levi guera e fame che ce resta?
Nun ce resta più un cacchio! E tanto vale
*
-naturarmente a esse’ più che onesti-
ar vede’ tutta quanta ‘st’anarchia:
rapine, violenze, stupri, sequestri-
*
de chiedese: ’mbè, si ‘sta fetenzia,
pò dipenne’ sortanto da le vesti
farse e buciarde de democrazia?
***
N;B troppi partiti mettono la D sul proprio emblema
a significare "democratico"
ma gli vogliamo spiegare cosa significa "DEMOCRAZIA"?