Cedi all'attimo
con un pianto
per averne poi
mille in cambio
di meraviglie anellanti
anelate
tra i risvolti
delle noie consuete.
Nell'incanto
guance stanche
come scogliere bianche
frangono
il mare caduco
dei tuoi occhi insonni
nella stasi
di uno sguardo in attesa
teso all'intorno
in cui riluce
una vaga acquiescenza
nell'istante in cui
il buio si scuce
per darne parvenza.
E' la tua felicità,
polline puro
d'altri mondi,
sostanza diafana
dai bordi molli
margini esili
tenui
come morsi
di farfalla.
La possibilità reale
di cadere nel vuoto
restando a galla.
Meccanica di un'introversione
che si piega e dispiega
agile
come il riavvolgersi
di un'avvolgibile
e tentando di carpire
ti sciogli
piano
fino a sparire.
Si cede all'attimo
con un pianto
per scoprire
nell'attimo accanto
che era un'impressione.
La tua felicità esiste
ma solo come specchio
di un'illusione.
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