Voci che affollan questo mio silenzio
ove soli a parlar sono i pensieri
ciascun che contempla i suoi misteri
euforico di calici d’assenzio
di bohémien moderni che sembriamo,
dell’anima pittori e musicanti,
filosofi, poeti o figuranti
sia rëaltà o metafora che siamo.
Viviamo in virtual mondo di tastiera
tra un sospiro una lacrima e un sorriso
sospesi tra l’inferno e il paradiso,
tra amori trasognati nella sera
allor che tutto tace attorno a noi
e tornan le illusioni del passato
e c’infingiamo quel che non è stato
come al prima seguisse un altro poi.
Ma il tempo e i testi scorrono veloci
tra indifferenze o plausi del momento,
e una voce che trova accoglimento
ben presto si dissolve in altre voci.
ove soli a parlar sono i pensieri
ciascun che contempla i suoi misteri
euforico di calici d’assenzio
di bohémien moderni che sembriamo,
dell’anima pittori e musicanti,
filosofi, poeti o figuranti
sia rëaltà o metafora che siamo.
Viviamo in virtual mondo di tastiera
tra un sospiro una lacrima e un sorriso
sospesi tra l’inferno e il paradiso,
tra amori trasognati nella sera
allor che tutto tace attorno a noi
e tornan le illusioni del passato
e c’infingiamo quel che non è stato
come al prima seguisse un altro poi.
Ma il tempo e i testi scorrono veloci
tra indifferenze o plausi del momento,
e una voce che trova accoglimento
ben presto si dissolve in altre voci.
Commenti
Quartine che incrociandoli canonici
i versi che a maiore sono iconici.
Rëale umanità come in Terenzio
anche attraverso i bit la referenzio,
pur se talvolta ghigni un po' sardonici
piovono addosso pure disarmonici…
Il tempo fugge… Bravo! Mi licenzio.
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Era soltanto per rimar silenzio
senza affogar in bicchierin d'assenzio
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Credo che sostanzialmente il modo di vivere la tastiera derivi dal modo di porsi nella vita reale, alla fine siam sempre noi, fantasie ed illusioni e ricordi e sospiri tanto nella vita reale quanto in una sua proiezione virtuale. Se ci si imbatte in cafonaggine, per esempio, leggendo testi scritti da autori che non incontreremo mai di persona e di cui sappiamo poco e nulla, è facile dedurre che qualora invece ce li trovassimo davanti in carne ed ossa potremmo osservare dei cafoni. Del resto, la maggior parte di ciò che possiamo percepire da chi ci circonda, è il senso del mistero, sia dagli autori "anonimi" di un ritrovo virtuale sia dalle persone che ci camminano intorno nelle strade della vita. Tanto vale lavorare di fantasia e creare passati e futuri paralleli a quelli che abbiam vissuto o ci attendiamo.
Mi sono perso, vado a dormire e sognare. Il succo era semplicemente che mi è piaciuta questa poesia.
Dimensione perduta. Ma devo dire che la virtualità nasconde pur essa un suo profondo fascino, con strane dinamiche di odi, amori, amicizie, affinità, e un'aura di mistero che diventa humus culturale, indipendentemen te dai contenuti.
Troppo facile accostarla alla cultura underground della mia giovinezza. La clandestinità è per me un tratto caratterizzante della poesia. Non potrei mai scrivere quel che scrivo, e come lo scrivo, per leggerlo che so, a un circolo di lettura della mia città.
I tuoi commenti a volte meriterebbero di diventare testi autonomi. Ci hai mai pensato?