Osservo l’assenza del tuo sguardo
smarrito in orizzonti sconosciuti
e ti parlo.
Non smetto di parlarti
cercando di spezzare la corazza
che m’impedisce di giungere a te,
nel tuo mondo
popolato di vuoto e di mistero.
Vorrei sondarlo tenendoti per mano,
nel tremore del tuo corpo
riuscire a comprenderlo
per donarti giusto conforto.
Escogiterei giusti piaceri
per riaccendere la luce del tuo volto
riportando equilibrio e speranza
perdute in una vita non vissuta
sfuggita e insoddisfatta
nell’incanto d’un pensiero
intrappolato
nel gorgo del letargo.