Vedeva i corpi come musica:
a ogni nota un movimento,
un banalissimo segmento.
Vedeva così come non vedeva,
rendendomi impotente.
Infatti, mi ammalai di visionarietà.
Mi ammaliai anche.
In un tubo sudicio e merdoso,
sudicio e merdoso in quanto non ramificato.
Lo persi di vista. Io, visionario.
Nei trampoli di un brivido alla schiena.
Una scacchiera senza geometrie:
vinceva.
Non mi riconosceva più,
se non dai miei afflati.
Non mi dedicava più alcun rimorso:
era fiero di un mio sospiro invincibile
nel fosso dei papaveri.
Così lo tenni in vita: respirando.
"Sei bravo", mi disse un giorno.
"Questo lo vedo", sbagliando di proposito.
a ogni nota un movimento,
un banalissimo segmento.
Vedeva così come non vedeva,
rendendomi impotente.
Infatti, mi ammalai di visionarietà.
Mi ammaliai anche.
In un tubo sudicio e merdoso,
sudicio e merdoso in quanto non ramificato.
Lo persi di vista. Io, visionario.
Nei trampoli di un brivido alla schiena.
Una scacchiera senza geometrie:
vinceva.
Non mi riconosceva più,
se non dai miei afflati.
Non mi dedicava più alcun rimorso:
era fiero di un mio sospiro invincibile
nel fosso dei papaveri.
Così lo tenni in vita: respirando.
"Sei bravo", mi disse un giorno.
"Questo lo vedo", sbagliando di proposito.