Terzine di endecasillabi canonici (accento tonico secondario in 4ª e/o 6ª sillaba) con rime incatenate ad anello ABA BCB CDC DED EFE FGF GHG HIH IJI JKJ KAK.
Se mai potessi scegliere la forma
per trasmutare questo corpo stanco,
del mare credo forse nella torma
dell’onde che s’inseguon come branco
allegre, bianche in cima spumeggiante,
vorrei tra quelle che sono al tuo fianco
per te mostrarmi quella più importante
che t’accarezza, ti sostiene e culla,
t’accoglie e ti sostiene in ogni istante,
sirena mia, bellissima fanciulla
che ancora induci a battere il mio cuore
che, stanco, fuor di te non vede nulla,
restando tuo fedele adoratore;
un’onda che furtiva a volte s’alza
ma dolcemente, senz’alcun fragore
e sulle labbra un bacio lieve incalza,
teneramente sfiora le tue guance
col petto che di battiti sobbalza
e senza perdersi in inutil ciance
portarti in ogni dove tu abbia voglia
sfidando il vento senza voler mance;
fatica non saria ragion di doglia:
portarti tra le braccia senza sosta
mi peseresti meno d’una foglia;
poi ritornando piano sotto costa
sfiorandoti così come può l’onda
sognando che tu me ne dia risposta
insieme resterem sotto gioconda
e bianca luna in due lasciando un’orma
che di passione e amore vero gronda.
13/09/2024
Commenti
La terzina dantesca si presta bene a questa interpretazione di una moderna sirena, non come entità insidiosa bensì idealizzata, come fosse una novella Beatrice (anche nel senso di "colei che dà beatitudine")