M'illudo che sia prosopagnosia
l’appropinquarsi di senil demenza,
non è soltanto ricordar chi sia
colui di cui mi ritrovo in presenza
o ricordare d’un attore il nome
né qual dottore mi fa consulenza.
Spesso mi fermo tra perché e percome
a metà strada d’ignoto percorso
mentre un dolore attanaglia l’addome
e non c’è un cesso cui fare ricorso
mentre mi guardo intorno smarrito
senza trovare il filo del discorso.
Anche scrivendo blocco spesso il dito
non ricordando qual era la rima
per cui nel verso quel lemma ho inserito,
eppure in mente era un attimo prima
e aveva senso, mi pareva bella;
ferisce invece forte l’autostima
fuggendo il senso su remota stella.
Nemmen mi viene quale sia toponimo
in cui mi muovo senza più favella,
quasi mi scordo pure lo pseudonimo
immaginando il mio neurone tronco,
essennecì¹ di scioperante acronimo
non riconosce mentre avanzo cionco
il familiare ma ignoto paesaggio.
Colpo di tosse a liberare un bronco
mentre memoria tenta l’allunaggio
ma impatta male andando fuori strada,
nelle sinapsi è sballato il voltaggio.
Passerà presto o resterò fregato?
Dei pantaloni consumata è stoffa,
risulta vuoto questo portafoglio
con l’andatura quanto meno goffa
in un sentiero il cui senso non sbroglio,
risuona in testa una parola: “ioffa”,
d’un tratto vedo sirena su scoglio
ma è solo frutto di mente confusa
mentre mi siedo e senz’alcun orgoglio
rimembrar tento com’è che si usa
quella funzione, la “salva con nome”
che serve prima che l’app venga chiusa.
Ma il vento smuove verdeggianti chiome
e la mia mente torna alla sirena
e ai suoi capelli e al semplice prenome
che associo mentre mi volta la schiena
stando a distanza dai respiri miei
pur dominando tutta la mia scena.
Sì, mi ricordo quale nome ha lei.
¹: S.N.C. è l’acronimo di “sistema nervoso centrale”, di cui fa parte il cervello che mi indice scioperi selvaggi senza preavviso sindacale.
19/02/2025
Commenti
Questo testo, non facile sotto il profilo compositivo, è formalmente perfetto, il che implica una piena padronanza delle proprie facoltà mentali, ed è pure pervaso da una sottile autoironia -tua caratteristica- , il che denota senso critico, e piene capacità cognitive. D'altronde tanti grandi "pensatori" faticano a reggere la quotidianità e la banalità del vivere, fino ad apparire un po' strambi.
Quindi, ascrivo il tuo testo, con pieno apprezzamento, a un ambito squisitamente poetico.