Dall’utero immerso tra i due mari
dove le Cheradi rocciose
a baluardo dei marosi s’ergon
ed in essi si specchian
quando Ionio si placa a Tramontana
e sui prati di gorgonie
i pini marittimi si rifletton
e la costa mossa cela all’occhio
cale di linda sabbia fine
io nacqui.
Non potei allattare alle mammelle
gonfie d’albe consacrate a Clio
che videro i legni Elleni
baciare i raggi obliqui sulla rena
ne’ ai tramonti accesi da Erato cantati
che ispiraron gli animi più puri
ne’ attinsi dalla luna ad Eros tanto cara
più di quella d’altri stellati cieli.
Culla d’erba umida tra i monti m’accolse
lì mi nutrì di bruma e pioggia
di pallidi soli mi scaldai appena.
Torno a volte alla mia amata Madre
tra i seni vuoti il capo porgo
e gli occhi elevo al cielo
le labbra non suggono che il nulla
le iridi non scorgon che grigiore.
La sabbia ora sbiadita più non riluce
dell’isole all’orizzonte non v’è che l’ombra.
O Taras condotto dal delfino
di questa Genitrice tu per primo
godesti la bellezza ormai smarrita.
dove le Cheradi rocciose
a baluardo dei marosi s’ergon
ed in essi si specchian
quando Ionio si placa a Tramontana
e sui prati di gorgonie
i pini marittimi si rifletton
e la costa mossa cela all’occhio
cale di linda sabbia fine
io nacqui.
Non potei allattare alle mammelle
gonfie d’albe consacrate a Clio
che videro i legni Elleni
baciare i raggi obliqui sulla rena
ne’ ai tramonti accesi da Erato cantati
che ispiraron gli animi più puri
ne’ attinsi dalla luna ad Eros tanto cara
più di quella d’altri stellati cieli.
Culla d’erba umida tra i monti m’accolse
lì mi nutrì di bruma e pioggia
di pallidi soli mi scaldai appena.
Torno a volte alla mia amata Madre
tra i seni vuoti il capo porgo
e gli occhi elevo al cielo
le labbra non suggono che il nulla
le iridi non scorgon che grigiore.
La sabbia ora sbiadita più non riluce
dell’isole all’orizzonte non v’è che l’ombra.
O Taras condotto dal delfino
di questa Genitrice tu per primo
godesti la bellezza ormai smarrita.
Commenti
... E che terra!... Luoghi di mare e sole, bellezze naturali e tradizioni.
Peccato non averle vissute e altrettanto che oggi tutto svanisca, lasciando, a chi torna, un'immagine diversa da quella che il cuore conserva.
Il mio elogio!... Ciao... ^-^
SERENA SETTIMANA.
*****
A Taranto si erigevano colonne doriche e templi quando ancora Roma era un gruppo di casupole. Cosa sia accaduto è Storia. Quella contemporanea dovrebbe servire a scoprire il velo si decenni di incuria, malaffare, connivenze, peculato, disinteresse ed incapacità degli stessi tarantini e di chi li ha rappresentati e doveva curarne gli interessi.
Sono tornato a Taranto dopo esservi solo nato. Vi sono rimasto pochi anni: ancora aleggiava in cielo il sapore del Mito e della Storia e dell'Orgoglio d'esser figli di Sparta.
Come ad un morto che si preferisce ricordare quand'ancora vivo e si rifiuta di onorarne il cadavere, cos'io tengo cari i ricordi di quando Taranto era la mia nutrice amorevole e amata.