sei vertigine al pensiero,
la spirale di un frattale
che divide e si moltiplica,
scambi, respiri te stessa
e d'amore cresci e nutri,
fierezza che invade
l'asfalto screpolato,
pigoli nascosta
sui nidi di grondaia,
rivesti di muschio
i tronchi caduti
sui toni di rosso
Sei immensa diversità,
l'orchestra perfetta
all'ordinato caos
di scommessa speranza
su ogni nuovo ritmo
che batte sul petto
e nei fiori danzanti
Tu che sai anche del male,
di ogni fatica e disperazione,
di ogni sfortuna e stupidità
comunque sussurri
ai tuoi giovani rami:
aspetta, ogni vita vale,
non lasciarmi, ma rimani,
ho scritto una storia
che devi ascoltare,
il passo che precede
si fa carico del nuovo
e so che senza il tuo
non sarebbe lo stesso,
non sarebbe proprio
la stessa incredibile
storia che ho scritto,
e voglio continuare
a inventare, con te.
In quell’età che ti vide acerbo
l’abbraccio di tuo padre t’era feudo,
nel frattempo
che s’apprestava a menare il legno.
Sognante
miravi la prua orientata al pelago
e ai tempi vigenti
le cime lasci andar
da in seno alla sirena fanciulla,
che dal poggio pare
donarsi al Tirreno.
Come impavido gladiatore
le reti armi pescatore,
ove non v’è riparato ormeggio,
e le porgi
all’indomito canto:
il richiamo del mare!
Secerne giovinezza il paesaggio
e inebriati si vien da effluvi
di policromi boccioli
che s’aggrappano alla vita
come i bambini s’ancorano
al seno della puerpera.
Il flautato seme s’evolve
ed è a partorire vita in fiore;
l’arbusto e la madre
snaturano il cerchio delle stagioni,
prolificando quel circuito
ove la vita è l’aurora di sé…
Al vicinar del maggengo avvento
il sole dell’amore si foggia:
la rosa, incarnazione
della prode vestale
di noi, suoi germogli
fin al compiersi
il di lei cammino
alla spianata del silenzio…
Vecchi bambini e donne
uomini qualsiasi
carne macilenta e nuda
vestita solo di anima
gettata
come spazzatura
dentro il Carso
più profondo.
Nessuno deve vedere
nessuno deve sapere
della vigliaccheria dell’uomo.
Là sotto per fortuna
è fredda la pietra
là sotto per fortuna
non ci sono estati ne inverni
a scandire il tempo
dei fiori di ghiaccio.
Che la pietà umana
nel giorno
di una reincarnata primavera
ha sciolto.
Ora
vecchi bambini e donne
uomini qualsiasi
sono alla terra.
Tutti devono vedere
tutti devono sapere
della bontà dell’uomo
che della bianca pietra
ne hanno fatto corpi.
Dentro il Carso
più profondo
un lieve odore
di fiori.
il tuo sguardo
le tue parole
che odo nella mia testa.
Il tuo sorriso
non posso dimenticarlo.
Il mio cuore è con te
sei nei nostri cuori,
nella nostra vita.
Mi basterebbe
solamente un semplice
“ciao”.
Ma posso solo
sentirlo dentro il mio cuore
dentro la mia testa.
Vorrei dimenticare le lacrime,
vorrei stravolgere la vita…
Ed essere sempre con il sorriso
come lo eri tu.
Non dimenticherò mai
quanto eri straordinaria
in ogni situazione,
seppur nella tua grande fragilità.
Un giorno
ti guarderò negli occhi
e leggerò il tuo stupore.
Per quello che siamo
la semplicità del mattino
il sorriso dell’acqua
le sensazioni dell’amore.
Per i momenti vissuti
la curiosità di scoprire
il senso delle cose
le passioni espresse.
Per tutte le volte in cui
scopriamo che
il pianto è gioia
le mani tremanti emozioni
la vita stessa un battito in più.
Per quello che siamo
e che mai abbiamo saputo di essere.
Non amo il mare
come il gigante sa
che non può amare
quel bambino
quando gli farà male.
Non amo il mare
e la sua bonaccia
una parentesi di vento
per soffiarmi
alla deriva.
Non amo il mare
e la sua battigia
dove scrivere dei versi
che l’onda poi
mi porta via.
Anche per questo
non amo il mare
e so che per altro ancora
lui mi potrà fare male.
Dedicata a tutti coloro che, non per voglia propria ma per inseguire un sogno, sono deceduti in mare.
Sono rimasto celibe
mamma come volevi tu,
un ramo secco al vento
per amore di una donna,
mamma innamorata sei tu.
All'alba sogno il grano
del color oro i suoi capelli,
una ragazza desiderata
che miro sempre dal balcone
con la finestra socchiusa
per il dolore della separazione.
Un bacio non è quello della mamma.
senza aggiungere lacrime
senza altro da dire.
In questa vita spietata
dove nessuno ti aiuta
siamo siamo numeri.
Inutile dire
quello che non doveva essere.
Non trovo la forza per reagire
mi sento vicina a te,
ho voglia solo di piangere
sono arrabbiata
con questa vita ingiusta
la mia testa non smette di pensare.
E poi guardo quel sorriso
troppo forte, troppo doloroso
per dare un senso di pace
e mi domando
PERCHÉ
PERCHÉ...
Si chiudono le parole
la solitudine mi fa compagnia
dentro il mio dolore.
CIAO MARY
