Un rigido scalpo
freddo e attento copriva
nell'indolenza della sua staticità.
Paesaggi d'antica appartenenza scrutava
sospirando al nostalgico pensiero.
Testimone d' amori, fatiche e sudori
cancellati da errori di giorni lontani
mentre l'impavido tempo
nella sua celere corsa
in affanno verso il futuro,
mutava.
Una muta silenziosa e insidiosa
con righe sottili solcava
volti rivolti alla terra
e schiene piegava
alle fatiche del giorno.
Nelle notti di stelle e di luna
il cielo sorrideva beato
a chi tra calde braccia
trovava amore e conforto.
Ancora quel capo ricopre
e con falde immutate
guardiana di nuove emozioni
granitica roccia immobile sta.