ed io così distratto
ti pongo una domanda
con fare imbambolato.
"Ma allora non capisci,
sei proprio rimbambito
or ora te l’ho detto
sei sordo, ma hai sentito?"
Mi sa non t’ho ascoltata
immerso nei pensieri,
volavo in altri mondi
di magici sentieri
sentieri di poesia,
cercavo le parole
create dalla mente
che fugge dove vuole,
e tu con sguardo torvo
ed aria indispettita,
La smetti di sognare
la rima preferita."
Allor ti chiedo scusa,
mi voglio concentrare
ripongo una domanda,
non mi potrai fregare.
Ma or tu lanci strali,
fai fiamme scintillanti
con urla vorticose
che senton tutti quanti.
Nel mio magico mondo
sovente son distratto,
tu parli, parli sempre
ma nulla mi è arrivato.
sdraiato sul divano,
intento a decifrare Montalbano.
Eppure le intenzioni sono buone,
inizia la puntata.
La tele allineata in direzione...
già ballano le case di Vigata.
E il sogno mi trasporta in altre zone,
verso una mareggiata,
le onde immense fanno un muraglione,
con schiuma limacciosa quasi nera.
La vita nel mio sogno pare vera,
schiaffeggia la mia mano,
il tedio di zanzara e il suo baccano.
Ma l’onde ora riprendono la marcia,
sempre più minacciose,
il cielo nero corvo non si squarcia,
d’incanto ora m’appaiono tre rose,
spaccano la fumaccia
bianche come le spose,
il vento si ritira e la bonaccia,
porta il mio sogno dentro a una balera.
Strimpella ora una musica leggera,
un suono quasi arcano,
giro di tango e tu mi parli piano.
Vestita poi d’un abito elegante,
sei bella, celestiale,
nell’aria l’atmosfera elettrizzante,
scenario quasi astrale.
Or sono su di giri, son brillante,
lieve, fresca e reale,
la vita scintillante,
dentro al mio nuovo mondo non dispera.
Ma poi guardo la tele è tutta nera,
finito è Montalbano,
così come il bel sogno sul divano.
Andremo a vivere
in un posto isolato.
Per la musica forte
e per i tuoi gemiti,
che poi è ancora musica.
Seduti davanti alla finestra
guarderemo
lo spettacolo in diretta.
Abbracceremo i fiori
dove il mondo appare
genuino e scevro d’odio.
leggero e caldo
tra questi prati di vita
dalle mille sfaccettature,
il suo sussurrarmi il nome tuo.
Avvolti i miei sensi
nella fragranza di
selvatiche fioriture
che s’involano assieme
a parole mute, imbrattate
di sogni incustoditi.
Gli occhi son riflessi
in un incognito cielo
che ha lasciato
le ombre della notte…
nella luna, arricchite
mute parole,
lasciate libere di volare.
Si sciolgono i gelidi respiri
di un solitario inverno,
liberate le emozioni
di un vivere il sogno
dei miei pensieri
posarsi sulle tue labbra…

Ma i lucchetti sui ponti vengono spezzati
Chissà da chi...
Ma le porte del bus si aprono sempre
Ma il mondo continua a girare
Chissà perché...
Ma le stelle si devono spegnere
Ma le falene resteranno fulminate
Chissà come mai...
Ma le foglie cadono in autunno
Ma i pesci rossi non vivono per sempre
Chissà...
Ma se i buchi dei proiettili scomparissero
Ma se le luci si accendessero da sole
Sotto la Luna...
Ma se le nuvole vivessero in eterno
Ma se il buio non esistesse
Solo la Luna...
O Luna, tu dea lucente, dimmi perché
Tu sei ancora lì, ma ciò a cui tengo no
Dimmi perché le cose svaniscono
In sogni ad occhi aperti nell'oscurità
E tu no...
O Luna, illuminami, o uccidimi
Perché non c'è altra via per non soffrire
Dimmi perché davanti a me appaiono muri
E la luce in fondo al tunnel è una lampadina rotta
E non tu...
Da qui,
da immagini cupe
da voci urlanti
Evadere.
Sradico pensieri...
una fitta alla tempia,
ma forse svanirà.
Lego strette
le loro trame,
brandelli del lenzuolo
di un galeotto in fuga.
E mi calo
da quella finestra,
ma poi... lo strappo
e lo schianto.
Sento il freddo
del pavimento
sullo zigomo
dolorante.
E questa notte vienimi a trovare
Questa notte di sospiri e luna
ti aspetterò
sull 'uscio delle mie ciglia chiuse
dietro quel buio così nero
Che mai luce stellare ha rischiarato
In questa notte fredda di parole
Ti aspetto qui seduta nell angolo pulsante del mio cuore .
Nell'aria
brivida di stelle e luna,
in questa nebbia che si avvicina
nera è la notte dagli occhi chiusi
ma io ti aspetto e trattengo il fiato
fin quando d'improvviso
Sei svanito
e strano a dirsi
non e te che voglio.
Stendo la mano,
allungo il braccio
e il mio pleddino mi da un caldo abbraccio.
Piano nel sonno infine mi rannicchio
Il sogno ricomincia
E buona notte al secchio.
I giorni che vanno storti
Unico in mezzo a tanti
Scelto sempre
Dai peggiori ristoranti
Questa è la mia storia
Un biscotto sciolto
Senza graduatoria
Preso dalla busta
Ed inzuppato
Tirato su ed assaggiato
Poi lasciato
Sul fazzoletto a diminuire
Non capisco il perché
Non mi hai voluto ingerire
Eppure sentire
Il mio essere sciogliersi
Mi fa tornare
Alla mente i discorsi
Fatti con tutti i miei compari
Sognando di essere mangiati
Come gli animali
Ed invece resto qui a sciogliere
Un piccolo biscotto
Che non ha niente da perdere
La mia vita da biscotto
Imbustato dopo esser cotto
La mia vita da biscotto
Sognando un palato
Fine che mi mangi tutto
La mia vita da biscotto
Nella busta un gran casotto
La mia vita da biscotto
Mi sveglio sudato
Che viaggio strano
Mi sono fatto
Ricordo come era iniziata
Tutta la mia essenza impastata
Dentro la fabbrica
Veniva creata
La nostra storia
Preso Imbustato insieme
Ai miei fratelli
Lunghi corti, strani ma tuti belli
Di certo pronti
per essere mangiati
Appoggiati
Al bancone del super mercato
Aspettavamo con ansia
Il nostro destino
E sarei stato grato
A chi mi avesse comprato
Mangiato, assaggiato
Oppure solo guardato
Ma vedendo la mia vita
Che si scioglie
Penso che non sono queste le gioie
Perciò ripenso
Alla mia biscottina
Conosciuta poco prima
Imbustata per errore
Con un diverso tipo di farina
E mentre il mio impasto
Prova dolore
Ripenso che bello che è
Il provare amore
Un biscotto sciolto
Nel fazzoletto
Appoggiato sul tavolo rifletto
E mentre sognando aspetto
Di esser buttato
Penso che un viaggio così
Lo fai solo da ubriaco
Un biscotto non so cosa prova
Questa è stata
un esperienza nuova
Un sogno grande
Per essere provato
Un sogno simpatico
Che vale la pena
Di essere vissuto
Quarantanove, ottantadue
nei cieli della vanità che danneggia
la sintonia con il proprio
senso di spiritualità si destreggia.
Sorvolavo il mare padano
nell’Astigiano dove si stendono le
colline del vino, morbido come la seta
con una macchina da volo
con le sue ali in ossa di balena e
la copertura in finissima cartamoneta.
Quarantasei, ottanta, trentadue
ogni giorno l’eccesso di fatica dileggia
i progetti per il futuro, ma ogni nuova
prova di coraggio alla presta li corteggia.
Lì per lì non ho subito inteso
che il martin pescatore desse la caccia
a una badiale azzurra balena
che inaspettatamente, saltando fuori
da un’onda, investe una barca di turisti.
E nuota distante dall’ora di cena.
Settantaquattro e ottantotto sulla ruota
d’acqua, ma l’inquietudine che arpeggia
lascia quel senso che il sogno
i dissensi familiari non pareggia.
Verosimilmente desto,
arenata sulla spiaggia
le siedo mesto accanto.
La balena canta anche parole
antiche e l’uomo non le ode
perché sordo ormai al canto.
le iridi illuminate splendono
ed il sogno cambia loro il colore.
Strati di cielo su cui invento stelle cangianti
per sopravvivere all'oscurità
matrice d'ogni inquietudine
mentre i ricordi son onde di un antico oceano
che tornano flusso impetuoso nel cuore
e mi naufraga - la pioggia - sulle labbra
contratte, dispiaciute.
I sogni sono solo macchie abbozzate
ellissi imperfette come carezze negate
Ricordi - solo ricordi !
Vento solo vento
- nel nostro mondo- di sopra;
- l'incanto è rotto...ma la memoria reclama!