Dove vado? dove fuggo?
Laddove mi porta il cuore direbbe
il naufrago alle prime armi o
un giovane romantico dai leggeri abbagli.

Ma chi sei tu per puntarmi gli occhi al cuore
e un dito verso il vento?
Chi sarai mai
per stringermi la mano oltre questa direzione
e accompagnarmi,
tra praterie di fango e mille laghi di cemento?
È così forte il tuo istinto a smascherare il secondo volto
dell'emozione?
Della materia? Della forma o della ragione?

Ed io...
Chi sarò mai io per toccare l'orizzonte...

Fai tremare il legno di un bastone trovato a terra,
possiedi il tessuto del mio mantello
e sei nel vento che lo scuote
e porta con sé l'odore di mille favole remote...

Questo cercare oltre le nuvole è il solo modo
per fuggire una stagione secca o un abisso freddo e piovoso?

Ma un avventuriero di antico stampo
non teme la pioggia o spettri oscuri delle selve,
né gli incendi, né le voci della notte.

Egli trema quando sa di non poter mai più abbracciare
tutto il caos che lo spinse a fuggire
e a non voltarsi,
pallido sole destinato a tramontare.

Tu, mia guida di terre ignote,
conosci bene i nostri amici viaggiatori...
Eterno albero dalle chiome dorate,
lì nello spazio, senza radici che lo annodano al passato.
Su questo fusto incidesti il loro viaggio...
Da questo sentiero li vedremo cadere uno ad uno come foglie
all'autunno che per tutti viene...
I loro sogni preziosi come foglie d'oro...
Avremo fortuna se al nostro ritorno saremo cambiati anche noi
tanto da non capirlo
o nel peggio da riuscire ad accettarlo.

Io... non riuscirò a toccar questo orizzonte,
non adesso.

Ho bisogno di te che mi stringi la mano
e mi dai una direzione per fuggire questo buio,
di cui temo ancora tutto ciò che non esiste e non nasconde.
Ti seguirò per rocce scoscese, ruscelli di ghiaccio e strade proibite,
sotto cieli che discorrono nuvole come album di foto antiche,
per poter cogliere con gli ingenui invincibili occhi di un tempo,
di chi correva forte e guardava piano,
quel fiore giallo ai bordi dell'asfalto
che, ciechi, ogni giorno calpestiamo.

Dove andrò infine? Dove fuggo?
Laddove mi guida la tua mano direbbe
un viandante ferito e derubato
o il consapevole romantico che porta con sé i resti
di un sogno frantumato.

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Profilo Autore: Kenji  

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Commenti  

Debora Casafina
+1 # Debora Casafina 25-03-2012 14:37
Quasi una leggenda, molto piacevole da leggere
Nadezhda/Speranza
# Nadezhda/Speranza 25-03-2012 14:57
Quante cose hai da raccontare e dire, mille parole con mille immagini che passano davanti agli occhi, domande poste tra te e te...e tante, rimaranno forse senza risposte. Bella...mi piace.
Cristina Biga
# Cristina Biga 26-03-2012 07:56
Mi ricorda le poesie epiche, mi viene in mente Ulisse che non era un pellegrino ma si poneva le stesse domande, cercava risposte nel suo viaggiare per i mari.... bravo molto bella, prende molto nella lettura e fa riflettere profondamente.. .. pieno di stelle tutte meritate....

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