Un corpo marcito nell'umida terra;
scevro del conforto di cristiana sepoltura.
Anima ferma sul primo gradino della scala;
immersa in un bagno di lacrime.
Fissa e inamovibile,
geme in stridor di denti.
La luce misericordiosa illumina
chi è fermo all'ultimo scalino.
solare e divina presenza.
Umilli il mio silenzio rendi vane le parole.
Non ammetti giustificazioni;
privi me. dannato, di un difensore.
Ed espropri quel corpo marcito
di un tempo che scade.
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Profilo Autore: Fedel Franco Quasimodo  

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