Prima di matarti, molto prima dunque
nella vastità dei cuori accesi
dove imparasti a correre
fu dolce lingua
padre
Ora che sei qui, or ora dissennato e corno che uccide, spada che trafigge
or ora è qui e grida sangue al manto, vuole rosso giù dal collo
Tu non dargliela
Islero è santo su nel verde, tanti ne colora il cielo al vindice
Tu non porre fianco, mostra l’occhio, la forza scura, l’ assorbitore estremo
ci vuole genio per resistere o almeno acce(n)dere al calor bianco
principio vivo che dà cibo al cuore, lampada di Plank esplosa nell’arena
Nulla sia spreco, ascolta l’urlo d’Eva come si fa misero nel Masaccio e muto.
nella vastità dei cuori accesi
dove imparasti a correre
fu dolce lingua
padre
Ora che sei qui, or ora dissennato e corno che uccide, spada che trafigge
or ora è qui e grida sangue al manto, vuole rosso giù dal collo
Tu non dargliela
Islero è santo su nel verde, tanti ne colora il cielo al vindice
Tu non porre fianco, mostra l’occhio, la forza scura, l’ assorbitore estremo
ci vuole genio per resistere o almeno acce(n)dere al calor bianco
principio vivo che dà cibo al cuore, lampada di Plank esplosa nell’arena
Nulla sia spreco, ascolta l’urlo d’Eva come si fa misero nel Masaccio e muto.
Commenti
Non mi piace che si giochi sul sangue del toro né su quello del torero in un'eccitazione barbara,
crudele e primitiva. Detto questo la tua ode a questo toro, peraltro, famosissimo per aver
ferito Manolete è eccellente. Complimenti per la forma della poesia. Un saluto Grace