Le mie battaglie riempiono pattumiere
poveri soldati
puzzolenti parole vi staccaste dal fronte
e cercaste la fossa
nella sacca di Stalingrado non c’è scampo
ma è così che si risolvono le guerre.
Qui ce n’è una antica che scuote le tastiere
nuove Europe sotto i piedi scalpitanti
vincere sembra tutt’uno con lo schermo
una visiera ed il mio cavallo trionfa
ma non è così placida la prateria di fronte
il dittatore è vendicativo, non dimentica i suoi ex amici,
ottimi microfoni, suadente la sua voce-ce n’è un’altra in giro?
Anche il governo è fatto, un termidoro al 94, un crollo all’ 89
e la rivoluzione finita
poi emergono gli abati, le chiese, le eminenze grigie, i riparatori di costati
qui sul fronte l’odore di fieno è forte.
La bandiera vorrebbe arrotolarsi nello scrigno
ma combattere è d’obbligo, vigliacco il verso che indietreggia
e di fronte non ci sono garofani ma banchieri che confondono le lingue
i numeri primi della Restaurazione e delle babeli
ciò che conviene alle casse è suono di tromba
il privilegio è borghese- chi indossa la parrucca di Metternich?
In marsina il verso pubblicitario 2018
la lettura consolatoria all’ombra delle alcove.
Maledetti sanculotti, maledetti tutti quelli che verranno.
Oh la contraddizione è respiro di fuoco.
Lo sapete?
Nelle patrie galere giacciono i miei versi
assomigliano a rossi fantasmi, partigiani in carne ed ossa
pronti per essere impiccati all’alba o fucilati
e buttati in una fossa comune.
Capite quello che dico? Un colpo in testa e via
nessuno saprà mai
ma nessuno almeno si consolerà al mio verso.
Commenti
dai quali bisogna apprendere e con i quali bisogna confrontarsi per non ripetere all'infinito gli stessi temi nelle stesse forme,
cercando di dire sempre la propria. Ciao