Cresceva caparbia la rosa,
nel giardino incolto
dell’angusto borgo. 

Tra cardi spontanei,
spinosi, asfissianti,
costretta a convivere.

Profumava di rosa,
giustappunto,
la regina dei fiori,
connaturale era in lei
possedere ed effondere
fragranza.

Quei cardi vicini,
a cotanto olezzare,
rodevano dentro,
e legati tra loro
dal comune rancore,
guaivano in coro:
“ che tanfo nauseante,
che disgustoso odore!”.

Il Rancore di quei cardi,
par metafora plagiata,
incapaci d’essere odorosi
accusarono la circostanza.

Similare alla favola di Esopo,
quando l’uva è irraggiungibile
da cogliere e possedere,
per lo stolto è aspra e amara .


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Profilo Autore: Cosetta Taverniti  

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Commenti  

Grace D
+1 # Grace D 17-11-2017 16:38
L'invidia è un male che corrode e fa diventare cattivi, inducendo a dire falsità. Una bella metafora
che ho apprezzato tanto. Un caro saluto Cosetta, Grace
Silvana Montarello
# Silvana Montarello 21-11-2017 14:49
Bellissima metafora che fa pensare molto, brava ciao.

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