Nell'afrore del mattino là sulla vigna
rimirai succosi frutti tanto cari a Bacco
tra granitici solchi colmi di gramigna.
Perbacco dissi, si prospetta meno dura,
nello stupore verdi pampini sfiorai
eppur quell'annata faceva cosi paura.
Anche il pensiero, un tempo agro forte
s' addolcì e più non temette la mala sorte
d'inacidire seppur dentro una vecchia botte.
Travolto e rapito nell'incanto in loco restai
pavoneggiandomi come vero allocco
nel cerchio della nuova luna mi ritrovai.
Non so come a quel regno giunsi lesto
a tratti oscuro e luminoso, guardai in basso
vidi un corpo, giaceva nella piana mesto.
Chiesi di tornare e a salutare m'apprestai
mille stelle raggiavano quel mondo.
Tra polvere sbracciando, dal sogno mi destai.
A farlocche stelle volentieri rinunciai
acini gustosi rilucevano sorridenti
la mia modesta vigna più non lasciai.
rimirai succosi frutti tanto cari a Bacco
tra granitici solchi colmi di gramigna.
Perbacco dissi, si prospetta meno dura,
nello stupore verdi pampini sfiorai
eppur quell'annata faceva cosi paura.
Anche il pensiero, un tempo agro forte
s' addolcì e più non temette la mala sorte
d'inacidire seppur dentro una vecchia botte.
Travolto e rapito nell'incanto in loco restai
pavoneggiandomi come vero allocco
nel cerchio della nuova luna mi ritrovai.
Non so come a quel regno giunsi lesto
a tratti oscuro e luminoso, guardai in basso
vidi un corpo, giaceva nella piana mesto.
Chiesi di tornare e a salutare m'apprestai
mille stelle raggiavano quel mondo.
Tra polvere sbracciando, dal sogno mi destai.
A farlocche stelle volentieri rinunciai
acini gustosi rilucevano sorridenti
la mia modesta vigna più non lasciai.
Commenti
Spesso i tuoi versi lo permettono dando spunti di riflessione.
Brava!
Buona serata cara