Scie, colori e mai visti raggi
a congedare il maledetto vento
che intanto spazza, spazza via da noi
d’amor sentito l’ultima vendetta.

Istanti, da riformulare lunghi,
a fare il tondo ad ore, ore e ore,
a capitare in mezzo agli sbadigli
di alba fino al tramonto replicata.

Cuori, fasciati d’un metallo dolce
per tamponar gli odiati squarci,
ladroni degli umani miracoli
rimasti a metà per colpe nostre.

Se solo le voci s’abbassassero
facendo spazio ad un sussurro mite,
se ancor di più un po’ scadessero
cedendo al pensiero la parola,

allora avrebbe finalmente il là
la vita mia che vorrei esordisse
su quel palco caramellato e glabro
di un teatro sempre aperto agli altri.
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Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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Commenti  

poesie profonde*
# poesie profonde* 30-08-2022 20:36
Quando si sta male che la nebbia appare, difficilmente si riesce ad amare, ad aprirsi agli altri, tante volte solo scrivendo. Molto intenso, vivamente sentito. Un caro saluto
Carmine Ianniello
# Carmine Ianniello 03-09-2022 20:51
Ciao, Aurelio

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