Trecentosessantacinque volte mi sono svegliato
per inciampare attraverso la mia giornata.
Ma il sole ormai non sorge più per farmi un dispetto,
ogni mattina mi offre il suo splendore,
mi accompagna nei miei pomeriggi,
e mentre placido si riversa nell’indaco dello spazio,
mi segue nei miei sogni, e mi ricorda del suo ritorno.
Assieme abbiamo analizzato il riverbero della vita sul lago,
per poi scendere al mare, nel mare, e lì trovar pace.
Ha l’apparenza dell’occhio del pesce che muore,
comunque, il mio sguardo. Chissà se il sole lo sa.
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