Fittai, nella bucolica
pace di una composta di colli
ove noccioleti si alternano a macchie
di boschi, una piccola casa: pare un volto
privo di sorriso ora che sbattono le imposte.
Pattuimmo come corrispettivo per la locazione,
ogni volta che ne avesse avuta voglia, un breve
viaggio nell’ultima propaggine dei colli astigiani.
Il suo foulard azzurro in decappottabile carezzava
l’aria, ricordo i miei polpastrelli intirizziti sulle
labbra sue schiuse nella schiuma d’autunno.
Anche in un bacio c’è tutto di un malanno.
Dentro a un cinema muto sguardi
e pelle
d’oca
nei
bisbigli
dai
suoi
occhi
davanti al focolare.
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Un caro saluto.