Non m’immischio in affermazioni che saltano voraci come nutrie
ma mi piace sostenere una mia vivida sensazione.
Che tutto sia frutto del tacito accordo volto al non danneggiare.
Perché fa male dire ciò che si pensa.
Sia che il pensiero ci riguardi, sia che riguardi gli altri.
E allora inarchiamo i sopracigli
dimeniamo le mascelle
sprechiamo le smorfie
scambiamo favori per costrizione. Rasentando la morale. O cercandola proprio.
Lasciamo scorrere la noia
senza dirci quanto quest’ultima ci stia avvolgendo.
Lasciamo gli occhi in stand by
poiché unici e “pericolosi” detentori di verità.
Sorprende che cerchiamo di fregarci anche davanti a noi stessi.
Se la conseguenza è una risata e un vaffanculo allo specchio, si può continuare
In caso contrario
è meglio resettare tutto.
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