Perché, uomo di mare, volgi vela
E ruoti il timone affaticato a vuote sabbie?
Non ti ha il torrido rottame, la tua nave
Già mostrato quanto s'abbia poco da sperare
Nella sosta e nella quiete?
E quanto avere il piede saldo sul fondale
Non ne mostri sempre invece molle greto
Che ti fa affondare?
E il mare da che piatto
Non si agita repentino in tempeste?
Su questo limo litorale stasi non avete
O marinai, e neppure movimento
Vi consentono le fondamenta inquiete
O il nero vento che sale dalle acque
Qui restan nelle fosse le navi dei valenti
Se dunque né pace né tempesta è diseguale
E all'acqua non c'è cosa a cui ancorarsi
Presto ripartite a veleggiare
Non v'è illusione nell'infinito agitarsi del mare
E ha più valor entrandovi disfarsi
Che inabissare