Argentea luna m'indicava i passi.
Come fossero agitate d'aspri pensieri
si muovevano le fronde, delineando fianchi.
Pur'io -scosso da tormenti- mal mi governavo.
Improvvisa -come emersa dal nulla-
mi giunse voce di fanciulla
<< Non vorrei recar disturbo mio Signore
ma già che son di strada; vi accompagno>>.
Non risposi (che sussulto mi smorzò la voce)
Allor che lo sguardo rapito su di lei si pose.
Rara bellezza in etereo volto m'apparve,
come fosse uscita da un poetar di Dante.
Non indugiai a rimirarla oltre.
Con il capo diedi assenzo e lei seguì
quel mio vagare senza meta e senza scopo
cacciatore inconsapevole di sogni.
<< So che siete un Poeta mio signore>>
Prese a dire la Divina con sussurri
che il mio orecchio, seppure attento,
stentava a catturarne il senzo.
<< e che cercate ispirazione
onde poter scrivere una storia,
mi par si tratti -se qui non sbaglio-
di treni perduti e anche d'occasioni>>.
Ch'ella sapesse i miei pensieri
lì per lì non ebbe a stupirmi.
Lasciai i miei occhi a vagare all'orizzonte,
segretamente, anelando a quel dolce favellare.
Invano non attesi, che lei subito riprese.
<<Anch'io un tempo ne persi uno
e con esso tante cose, che -ve lo giuro-
allor mi pareano esser assai preziose>>.
Decisi di mostrarmi interessato
e a dire il vero un pò lo ero.
C'era un dolce incanto in quel fil di seta
che da esperto ragno, intorno all'alma mi tessea.
<<Sapeste o voi Signore com'ero bella!
Anche dolce e malandrina (mamma lo diceva)
Però ero assai studiosa, sempre presa da qualcosa,
Forse troppo sognatrice, certo amante di romanzi.>>
Di sottecchi la guardai e ne sorrisi dentro il cuore.
Dolce Angelo sognante! Ma non è quello che ci vuole.
Glielo dissi con pudore per far sì che non fuggisse
e io perdessi la malìa di quella notte travolgente.
<<Cara bimba, inver mi piace il tuo racconto
ma qui non basta esser stata giudiziosa
bella, dolce e tanto amata. Sto cercando cose nuove!
Storie fitte di misteri, suggestive o deliranti.>>
<< Ma ancor non ho finito, solo poco e vi saluto.
Dicevo del mio amor per lettura. Ebbene:quel giorno
me ne stavo alla stazione, dove appunto persi il treno.
Nella magia di "Jane Eire" mi si fermò il tempo. E ora è tutto.>>
<< Mia dolcissima creatura, se vi dico che non basta!
Perdere un treno per finire una lettura, non mi pare sia una storia.
Ci vuol altro, l'assicuro. Ad esempio che faceste dopo,
dove andaste, che perdeste in occasioni? Questo voglio!>>
Ecco che si offese e dai miei occhi si nascose.
Provai a chiamarla, dolce ninfa sconosciuta.
<<Ditemi ancor qualcosa ve ne prego! non lasciatemi così!>>
La sua voce mi rispose come soffio dentro al cuore.
<<Non sono andata via, è solo che un pò ho vergogna.
Non ricordo tutto il dopo. Ci fu un gran boato!
io fuggì,. Altro non so dire, che non seppi più vedere.
Dove andai? Rimasi qui, sopra i cieli di Bologna>>.
<<Non sono andata via, è solo che un pò ho vergogna.
Non ricordo tutto il dopo. Ci fu un gran boato!
io fuggì,. Altro non so dire, che non seppi più vedere.
Dove andai? Rimasi qui, sopra i cieli di Bologna>>.

Commenti
E che mai più avranno voce per raccontarci tutte le cose che avrebbero potuto fare.
Chiedo scusa per gli errori dovuti alla fretta e -diciamolo pure- alla negligenza.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno votato e quelli che avranno la bontà di leggermi.
anime stroncate con crudeltà nel loro cammino. Versi scritti con quella pacatezza e dolcezza
che li fanno apprezzare. Complimenti Ibla. Un caro saluto. Grace