Nell’universo, all’inizio dei tempi, si trovava un luogo dove una grande divinità regnava su tutte le forme di sogni e di pensieri.
Un giorno fu indetto un concorso per festeggiare il suo milionesimo anno di buon governo.
I partecipanti dovevano scrivere una lode che esaltasse le sue capacità.
Ci sarebbero stati tre finalisti che avrebbero ricevuto un dono dalle mani della divinità stessa.
Tutti si diedero molto da fare e molte belle cose furono scritte.
Tutti si diedero molto da fare e molte belle cose furono scritte.
Tra gli elogi, però, qualcuno aveva mosso anche un piccolo rimprovero.
Era stata una giovinetta chiamata "Acqua" che aveva scritto più o meno così: <<Ti adoro o mia divinità.
Tu sei veramente grande, ma sei anche troppo statica. Non trovi che sia un peccato? Coi poteri che tu hai, chissà quante nuove cose potresti creare.
Tu che governi tutti noi piccoli pensieri e sogni perché hai smesso di sognare?>>.
Tu sei veramente grande, ma sei anche troppo statica. Non trovi che sia un peccato? Coi poteri che tu hai, chissà quante nuove cose potresti creare.
Tu che governi tutti noi piccoli pensieri e sogni perché hai smesso di sognare?>>.
Quando, alla fine del concorso furono chiamati i tre finalisti. Con grande stupore fu vista salire sul palco la giovane Acqua insieme ai due gemelli che già avevano fama di scrivere elogi calorosi l’uno e molto di gusto l’altro.
I due gemelli si chiamavano “Sole” e “Sale” ed erano veramente legati alla loro amica Acqua. Quindi furono felici di vedere al primo posto proprio lei. La divinità diede in regalo al terzo classificato una pietra bianca che sembrava un cristallo, al secondo diede una pietra gialla luminosa che emanava calore e infine diede alla prima classificata una strana pietra bianca che non mostrava alcuna caratteristica, se non quella di essere molto fredda. Comunque, Acqua fu contenta del suo regalo anche perché la divinità nel darglielo le aveva detto, dopo averla baciata sulla fronte, <<ricordati che per me tu sarai sempre la più preziosa e il mio nuovo sogno lo voglio affidare a te>>.
Il pubblico però non trovava giusto che quella giovinetta avesse vinto il primo premio quando i due gemelli erano sicuramente stati più bravi di lei. Così cominciò a protestare e a bersagliare di fischi la poverina.
Acqua, si sentì veramente umiliata da questa cosa. Decise che avrebbe preferito andare a vivere in un deserto lontano piuttosto che stare con quella gente che la disprezzava. Chiese, dunque, alla divinità il permesso di lasciare quel luogo. Le fu accordato.
Fu mandata in un piccolo pianeta dell’universo: un posto chiamato Terra che era appunto deserto e completamente disabitato. Il giorno della partenza solo i suoi amici gemelli erano venuti a salutarla. In segno di amicizia vollero regalarle le due pietre che avevano vinto insieme a lei nel concorso. <<le terrai come nostro ricordo>> le dissero.
Fu mandata in un piccolo pianeta dell’universo: un posto chiamato Terra che era appunto deserto e completamente disabitato. Il giorno della partenza solo i suoi amici gemelli erano venuti a salutarla. In segno di amicizia vollero regalarle le due pietre che avevano vinto insieme a lei nel concorso. <<le terrai come nostro ricordo>> le dissero.
Così in meno di un pensiero la giovane si trovò sulla Terra.
Certo in quel posto non c’era veramente nessuno e faceva tanto freddo.
Certo in quel posto non c’era veramente nessuno e faceva tanto freddo.
La giovane cominciò a pentirsi di essere voluta andare via dal suo luogo di origine dove miriadi di sogni e pensieri esistevano felici e beati. Decise, comunque, di non perdersi d’animo. Sistemò le tre pietre sopra una roccia, alta al punto giusto da permetterle di ammirarle. Quindi, si sedette sulla sabbia dorata di quel deserto, in contemplazione. Quando venne distratta da un piccolo rumore. Non riusciva a capire cosa fosse. Poi, si accorse che grosse gocce di un liquido trasparente uscivano dalla sua pietra. Ma cosa stava succedendo. Cos’era quel liquido?
Le altre due pietre erano intatte ma la sua sembrava che si stesse sciogliendo.
La prese tra le mani.
La esaminò un po’, ma non c’era niente di strano.
Anzi non gocciolava neanche più.
Anzi non gocciolava neanche più.
Così la rimise a posto vicino alle altre due.
Dopo un po’, però, la pietra cominciò di nuovo a gocciolare.
A questo punto fu chiaro che era il calore della pietra gialla che nuoceva alla sua pietra bianca mentre all’altra pietra non dava nessun fastidio. "Forse", pensò, “i gemelli non erano sinceri con me quando dicevano di essermi amici. Forse mi hanno dato queste pietre solo perché distruggessero la mia”.
Dopo un po’, però, la pietra cominciò di nuovo a gocciolare.
A questo punto fu chiaro che era il calore della pietra gialla che nuoceva alla sua pietra bianca mentre all’altra pietra non dava nessun fastidio. "Forse", pensò, “i gemelli non erano sinceri con me quando dicevano di essermi amici. Forse mi hanno dato queste pietre solo perché distruggessero la mia”.
Questo pensiero la fece molto infuriare. Anche perché la sua pietra non la smetteva più di gocciolare.
Quel liquido trasparente le arrivava oramai quasi alle ginocchia.
Quel liquido trasparente le arrivava oramai quasi alle ginocchia.
Allora in un impeto d’ira, prese la pietra gialla e la scagliò con tutte le sue forze lontano in alto nel cielo. Quella pietra forse per un input che la giovane le aveva dato involontariamente nel lancio, cominciò a girare come una trottola. Girando sprigionò un calore incredibile.
Poi all’improvviso esplose liberando una massa incandescente che solo perché continuava a girare su sé stessa non precipitò a terra.
Però adesso non era più solo una piccola pietra che girava ma una grande massa.
Questo sconvolse tutto.
Anche la terra cominciò a girare. Sembrava che quella massa l’attirasse verso di sé.
Anche la terra cominciò a girare. Sembrava che quella massa l’attirasse verso di sé.
Il liquido trasparente cominciò a scivolare un po’ in tutte le direzioni.
La pietra, che Sale le aveva dato, cadde in questo liquido e fu trascinata via chissà dove.
Acqua afferrò la sua pietra bianca che nonostante avesse perso tutto quel liquido si era rimpicciolita solo di poco.
Andò a nasconderla in un posto segreto nel sottosuolo dove il calore di quella massa gialla non potesse arrivare.
Poi, tornò in superficie e stanca e avvilita si sdraiò a terra.
Chiuse gli occhi e decise di non aprirli più, finché la terra non avesse smesso di girare.
Dormì per lungo tempo. Nemmeno lei seppe dire quanto. Infine, un giorno fu destata da un canto.
Aprì gli occhi e si guardò attorno.
Chiuse gli occhi e decise di non aprirli più, finché la terra non avesse smesso di girare.
Dormì per lungo tempo. Nemmeno lei seppe dire quanto. Infine, un giorno fu destata da un canto.
Aprì gli occhi e si guardò attorno.
Quello che vide, nemmeno nei sogni più belli avrebbe mai immaginato di vedere.
Una vegetazione rigogliosa, creature che volavano nel cielo, altre che si bagnavano in quel liquido trasparente e che sembravano così felici di sguazzarci dentro.
Tutto era colorato, tutto era bello e dava gioia. Alzò gli occhi al cielo che era diventato azzurro e vide che la pietra gialla era ancora lì. Non poté guardarla a lungo però, perché la luce che emetteva adesso era troppo forte.
Mentre entusiasta si guardava attorno, vide una donna venire verso di lei.
Era di una bellezza raggiante.
Quando lei si avvicinò la riconobbe, era la sua divinità.
Acqua s’inginocchiò:<<perdonami o divinità perché io ho perso le pietre che portai via quando partì. Una l’ho lanciata nel cielo ed è esplosa. Un’altra è stata trascinata via da quel liquido che vedi scorrere.
E la più importante, quella che tu avevi dato proprio a me, l’ho nascosta sottoterra, ma non ricordo più dove>>.
E la più importante, quella che tu avevi dato proprio a me, l’ho nascosta sottoterra, ma non ricordo più dove>>.
<<non preoccuparti>> le rispose la divinità. <<io non sono qui per punirti, ma per premiarti. Sei tu che con il tuo rimprovero mi hai spinta a fare un nuovo sogno. Guardati attorno e dimmi se ti piace quello che ho sognato>>
<<È semplicemente meraviglioso!>> rispose la fanciulla.
<<sappi>> le disse ancora la dea <<che tutto questo si chiama "vita" ed era il sogno racchiuso nella pietra che ti diedi, finché il liquido scorrerà, tutto questo potrà esistere. A questo liquido io do il tuo nome.
D’ora in poi si chiamerà “Acqua”. Tu ne sarai per sempre la guardiana.
Se un giorno tutti questi esseri che dall’acqua sono nati e dell’acqua hanno bisogno per vivere dovessero non meritare il tuo favore, tu vai nel sottosuolo, trova la pietra bianca che vi hai nascosto e fuggi via da questo posto. Tutta l’acqua sparirà con te>>.
Così dicendo, baciò nuovamente la giovinetta sulla fronte. E in meno di un pensiero fu di nuovo nel suo regno dove ancora esistono i sogni e i pensieri più dolci.
Commenti
Bello e particolare
sembra appartenere ad un mondo fatato...
come forse era all'origine .
Un saluto di cuore
Questo raccontino l'avevo scritto più di vent'anni fa.
Mi puoi dire perché non ti piace la parola "input"? Per il resto hai ragione è da correggere...
Un caro saluto da Ibla