Un giorno di specchi

Corro, corro, corro
E guai a pensare, a storcere la testa

Nelle vetrine, nei finestrini,
sui metalli, nei cofani, nel telefono,

Abbassando la testa
ride l'ombra dilatata
Così sudo freddo e ancora corro

Ma non contro il tempo
rimasto anch'egli impietosito
Fin troppo larga la mia prigione
Anche ferendo le sbarre
con la guardia in bilico sulla sedia
finché non scoppia la bolla
sarò sfinito, sarò sfinito

Così corro, corro, corro
con i lati che si confondono.
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Profilo Autore: Nicola Matteucci  

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Commenti  

Alessio
+1 # Alessio 28-06-2019 02:02
Una prigione molto particolare, le cui sbarre non si possono vedere, e che confonde il suo prigioniero

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