Io non ho paura del buio,
delle ferite,
di cangianti stagioni venute
a trasformarmi il cuore.
Ho pelle di camaleonte
Occhi che mutano nel sole,
dalla cecità totale
alla visione improvvisa.
Sono la notte e il giorno
in un amplesso impossibile.
Sono loto e fango.
Palude e giardino.
Sono macchia e candore.
Ogni cambiamento
mi veste di crescita.
Mi sveste di antichi timori.
Il serpente che lascia
le sue scaglie vecchie
per lo splendore delle nuove.
L'uccello che perde piume consunte
per una nuova livrea di luce
nel suo volo spiccato dagli inferi.
Sono la fenice arsa
che ritrova la vita.
La vittima sacrificale smembrata
che risorge splendida e perfetta
oltre il suo stesso sangue.
Se non fossi mai invecchiata,
non avrei mai conosciuto
l'esaltazione della giovinezza,
se non avessi mai amoreggiato
con la colpa
non potrei abbracciare la purezza,
se non morissi ogni giorno,
non vivrei neanche un minuto.
Commenti
un abbraccio, ciao
Inoltre mi piace molto il tuo modo di scrivere.
Buona giornata.
colpa e purezza ed il passare da un estremo all'altro senza trovare una soluzione definitiva, nella accettazione di figure come
la vittima sacrificale\ il camaleonte\la fenice\ il serpente capaci di esperire il rapporto con l'esterno attraverso metamorfosi continue. molto piaciuta. ciao