Nella nebbiosa coltre di fumo
intravidi un volto di ragazzo
alterato e allucinato che danzava.
Danzava, cantava e sghignazzava
brandendo qualcosa che baluginava.
Osservai incuriosito e spaventato
quel giovane saltellante e quell’arma
che sempre più al mio volto s’avvicinava.
Mi chiesi cosa ci facessi in quel luogo.
Compresi che il destino m’aveva preso per mano
Affinché la porgessi a quel giovane strano.
Mi ripresi in un baleno e
in quel trambusto lo osservai serio.
Afferrai la sua mano e l’avvicinai al cuore.
“Se hai coraggio prendi pure il mio
ma… Qua dentro c’è tanto amore
potrei versarne un poco nel tuo
sarebbe sprecato infierire cotanto dolore.”
Avvenne qualcosa d’inaspettato:
gettò l’arma e singhiozzando m’ abbracciò.
Da quel giorno il ragazzo mai più fumò.
Quella roba stava rovinando il suo destino
pietosa era giunta la mano del Divino.
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