Un orto era steso e dormiva leggero.
Quante mani lo hanno scavato??
Quante bocche lo hanno aspettato??
Era Australe e conobbe la neve
era amato e conobbe il rispetto dei padri.
Dei marinai portava il coraggio,
delle donne la fertilità,
i venti soffiavano sale
e forse era tutto romantico e dolce.
Un orto soave e materno eclissa ogni notte il
mio sonno.
Natura che hai spento il mio amore con l’acqua,
potresti lasciarmi invecchiare nel Sud??
Potresti donarmi un pugno di semi??
Vorrei consumare la vita
lontano da giacca e cravatta,
scalare ogni giorno quel fiordo
che già ho battezzato in suo onore.
Sarà mia compagna di viaggio.
Sarà ogni seme che pianto.
Sarà ogni frutto che mangio.
Se poi anche il fiato che manca
e il colore degli occhi che cambia,
finisse col farmi una loggia,
rispetta il mio ultimo sogno
e regalale un piccolo bacio.
Commenti
Un ottimo omaggio alla vita più "semplice", con la scusa dell'orto:-)!
Bella poesia.