"Dammi la forza mio Signore, dammi la forza di andare avanti!"
supplicò la vedova inginocchiata sotto il crocefisso. Teneva tra le mani un fazzoletto per asciugarsi il volto bagnato dalle lacrime. Era struggente quell'immagine: una donna di circa 60 anni, che appariva così minuta in quella posa accovacciata, da sembrare una bambina. Solo guardandola in volto, si poteva capire la sua vera età. Avvicinandosi a lei si notavano capelli tinti di un castano chiaro con una ricrescita grigia di almeno 3 centimetri, segno che da mesi non faceva la tinta. Aveva avuto altro da pensare in quel periodo, la tinta non esisteva per lei! Il marito, malato ormai da qualche anno, si era aggravato qualche mese prima e da quel momento lei non aveva più avuto un attimo di pace.
Ora la pace l'aveva trovata il marito, che morendo aveva finalmente smesso di soffrire atrocemente. La moglie aveva per tutto il tempo assistito quell'uomo un tempo sano e forte, che si consumava giorno per giorno e si contorceva nel letto invocando la morte. Il suo dolore sembrava non dovesse mai avere fine. Ma un mattino presto la fine era arrivata. "Ecco, ora sei libero", aveva sussurrato la moglie all'orecchio del marito, come se lui avesse potuto sentirla. Poi la processione dei parenti che venivano a dare l'ultimo saluto al defunto, il funerale, la bara sotterrata e i soliti fiori colorati e muti, posti accanto alla lapide. Come tornare a vivere normalmente, dopo tutto quel dolore? La signora si sentiva sola, l'unica sua forza e consolazione era suo figlio e naturalmente il Signore, in cui la donna aveva fede.
Nonostante tutto ella aveva accettato la malattia del marito, convincendosi del fatto che ad un uomo di quasi settant'anni queste cose possono capitare. "Sono i giovani che hanno il diritto di vivere e stare bene", pensava lei. Aveva avuto un solo figlio. Ne avrebbe voluti altri, ma non erano arrivati. Suo figlio ora aveva 29 anni e un lavoro. Era stato fidanzato per qualche anno con una ragazza, ma si erano lasciati da poco. Il figlio aveva sempre aiutato la madre nell'accudire il padre malato e grazie al suo carattere gioviale, era stato un sostegno prezioso per i genitori durante quel viaggio nel dolore. Anche lui soffriva, ma non lo dava a vedere, si sforzava di sembrare allegro per i suoi genitori, parlava sempre con loro, gli raccontava del lavoro e di tutto quello che faceva, portava piccoli doni, cercava di distrarli e incoraggiarli per non farli precipitare nel baratro senza fondo del dolore. Aveva sofferto anche per la fine del suo fidanzamento, quando il padre stava già molto male, ma reagiva con fermezza, non si lasciava andare. Era un'ancora di salvezza per i suoi genitori.
Ora quella piccola donna, pregava il suo amato Dio di aiutarla a superare il dolore della perdita. Ci sarebbe stato il suo adorato figlio a sostenerla, ma quel mattino ella si era risvegliata nel suo letto, da sola. Il marito era morto da cinque giorni. In quel cupo mattino di pioggia però, il senso di solitudine si era fatto sentire in modo improvviso e prorompente. Cominciò a ricordare tutta la sua vita insieme al marito, da quando si erano conosciuti quasi quaranta anni prima, a quando quel mattino ancora così recente, se ne era andato per sempre. Il suo amato marito non c'era più, non l'avrebbe più rivisto! Era troppo terribile questa prospettiva! Stava male, decise così di telefonare al figlio, ma lui non rispose. La donna pensò che stesse ancora dormendo. Si vestì tra le lacrime e andò in chiesa a pregare. Il suo Signore l'attendeva lì immancabile. Egli non si muoveva mai di lì, era inchiodato alla croce, sempre disponibile a ricevere gli sfoghi, le suppliche e le preghiere di tutti. Qualsiasi cosa gli si dicesse, quel Dio sulla croce non si scomponeva mai. La sua faccia di pietra non cambiava mai espressione, nulla lo turbava, nulla lo rallegrava o lo intristiva. Ma per la gente lui era lì, come fosse vero anziché solo una statua. La donna si inginocchiò e cominciò con le consuete preghiere, per poi passare alla sua personale umile supplica, in cui chiedeva un po' di conforto per il suo dolore. Pianse per tutto il tempo. Si asciugò l'ultima lacrima e mentre stava per riporre il pacchetto dei fazzoletti nella borsa, il suo telefono suonò. Rispose. Era l'ospedale. Le comunicavano che il figlio era appena deceduto, vittima di un incidente. Grazie Signore!
supplicò la vedova inginocchiata sotto il crocefisso. Teneva tra le mani un fazzoletto per asciugarsi il volto bagnato dalle lacrime. Era struggente quell'immagine: una donna di circa 60 anni, che appariva così minuta in quella posa accovacciata, da sembrare una bambina. Solo guardandola in volto, si poteva capire la sua vera età. Avvicinandosi a lei si notavano capelli tinti di un castano chiaro con una ricrescita grigia di almeno 3 centimetri, segno che da mesi non faceva la tinta. Aveva avuto altro da pensare in quel periodo, la tinta non esisteva per lei! Il marito, malato ormai da qualche anno, si era aggravato qualche mese prima e da quel momento lei non aveva più avuto un attimo di pace.
Ora la pace l'aveva trovata il marito, che morendo aveva finalmente smesso di soffrire atrocemente. La moglie aveva per tutto il tempo assistito quell'uomo un tempo sano e forte, che si consumava giorno per giorno e si contorceva nel letto invocando la morte. Il suo dolore sembrava non dovesse mai avere fine. Ma un mattino presto la fine era arrivata. "Ecco, ora sei libero", aveva sussurrato la moglie all'orecchio del marito, come se lui avesse potuto sentirla. Poi la processione dei parenti che venivano a dare l'ultimo saluto al defunto, il funerale, la bara sotterrata e i soliti fiori colorati e muti, posti accanto alla lapide. Come tornare a vivere normalmente, dopo tutto quel dolore? La signora si sentiva sola, l'unica sua forza e consolazione era suo figlio e naturalmente il Signore, in cui la donna aveva fede.
Nonostante tutto ella aveva accettato la malattia del marito, convincendosi del fatto che ad un uomo di quasi settant'anni queste cose possono capitare. "Sono i giovani che hanno il diritto di vivere e stare bene", pensava lei. Aveva avuto un solo figlio. Ne avrebbe voluti altri, ma non erano arrivati. Suo figlio ora aveva 29 anni e un lavoro. Era stato fidanzato per qualche anno con una ragazza, ma si erano lasciati da poco. Il figlio aveva sempre aiutato la madre nell'accudire il padre malato e grazie al suo carattere gioviale, era stato un sostegno prezioso per i genitori durante quel viaggio nel dolore. Anche lui soffriva, ma non lo dava a vedere, si sforzava di sembrare allegro per i suoi genitori, parlava sempre con loro, gli raccontava del lavoro e di tutto quello che faceva, portava piccoli doni, cercava di distrarli e incoraggiarli per non farli precipitare nel baratro senza fondo del dolore. Aveva sofferto anche per la fine del suo fidanzamento, quando il padre stava già molto male, ma reagiva con fermezza, non si lasciava andare. Era un'ancora di salvezza per i suoi genitori.
Ora quella piccola donna, pregava il suo amato Dio di aiutarla a superare il dolore della perdita. Ci sarebbe stato il suo adorato figlio a sostenerla, ma quel mattino ella si era risvegliata nel suo letto, da sola. Il marito era morto da cinque giorni. In quel cupo mattino di pioggia però, il senso di solitudine si era fatto sentire in modo improvviso e prorompente. Cominciò a ricordare tutta la sua vita insieme al marito, da quando si erano conosciuti quasi quaranta anni prima, a quando quel mattino ancora così recente, se ne era andato per sempre. Il suo amato marito non c'era più, non l'avrebbe più rivisto! Era troppo terribile questa prospettiva! Stava male, decise così di telefonare al figlio, ma lui non rispose. La donna pensò che stesse ancora dormendo. Si vestì tra le lacrime e andò in chiesa a pregare. Il suo Signore l'attendeva lì immancabile. Egli non si muoveva mai di lì, era inchiodato alla croce, sempre disponibile a ricevere gli sfoghi, le suppliche e le preghiere di tutti. Qualsiasi cosa gli si dicesse, quel Dio sulla croce non si scomponeva mai. La sua faccia di pietra non cambiava mai espressione, nulla lo turbava, nulla lo rallegrava o lo intristiva. Ma per la gente lui era lì, come fosse vero anziché solo una statua. La donna si inginocchiò e cominciò con le consuete preghiere, per poi passare alla sua personale umile supplica, in cui chiedeva un po' di conforto per il suo dolore. Pianse per tutto il tempo. Si asciugò l'ultima lacrima e mentre stava per riporre il pacchetto dei fazzoletti nella borsa, il suo telefono suonò. Rispose. Era l'ospedale. Le comunicavano che il figlio era appena deceduto, vittima di un incidente. Grazie Signore!
Commenti
Detto ciò ti saluto e alla prossima. Ciao