Splendido Giovanni.
Già chiamandoti "Falcone"
la dicevi lunga sull'indole tua.
Come volavi leggero nella vita!
Quanto amavi la libertà del tuo spazio.
Tutto quello che hai fatto l'hai fortemente voluto.
Mai contraddizzioni tra il dire e l'agire.
Come un Falco pellegrino hai sorvolato i cieli di Sicilia
Lanciandoti in picchiata su ogni Iena che avvistavi.
Che bello era stato sentirci protetti
da ali benevole, oneste e possenti.
L'orgoglio ancora mi brilla negli occhi.
Che tu qui sei nato! Frutto squisito di questo giardino.
Come ridono ,ora, quelli che ,solo, hanno bocche e hanno mani
e cervelli che li guidano al cibo, che tutto ignorano di voli,
di Falchi, di spazi infiniti nell'animo umano.
Tu hai scelto di planare libero; per quesro il tuo corpo è caduto.
Ma che ne sanno i divoratori di carne d'uomo
di quanto il vivere sia altra cosa che lo strisciare di paura,
che l'accumulo di denaro e di cose.
Tu senza più carne ancora voli.
Nel tempo e nei tempi ancora volerai.
E io sorrido guardando in alto e ti amo!
Di quell'amore che le belve non possono imparare.
C'erano una volta gli Dei immortali.
Ora ci sono Uomini che nessuna mano oscura
o tonnellate di tritolo potranno mai annientare.
Finché sulla terra vivrà un giusto, di sicuro saprà il tuo nome.
Già chiamandoti "Falcone"
la dicevi lunga sull'indole tua.
Come volavi leggero nella vita!
Quanto amavi la libertà del tuo spazio.
Tutto quello che hai fatto l'hai fortemente voluto.
Mai contraddizzioni tra il dire e l'agire.
Come un Falco pellegrino hai sorvolato i cieli di Sicilia
Lanciandoti in picchiata su ogni Iena che avvistavi.
Che bello era stato sentirci protetti
da ali benevole, oneste e possenti.
L'orgoglio ancora mi brilla negli occhi.
Che tu qui sei nato! Frutto squisito di questo giardino.
Come ridono ,ora, quelli che ,solo, hanno bocche e hanno mani
e cervelli che li guidano al cibo, che tutto ignorano di voli,
di Falchi, di spazi infiniti nell'animo umano.
Tu hai scelto di planare libero; per quesro il tuo corpo è caduto.
Ma che ne sanno i divoratori di carne d'uomo
di quanto il vivere sia altra cosa che lo strisciare di paura,
che l'accumulo di denaro e di cose.
Tu senza più carne ancora voli.
Nel tempo e nei tempi ancora volerai.
E io sorrido guardando in alto e ti amo!
Di quell'amore che le belve non possono imparare.
C'erano una volta gli Dei immortali.
Ora ci sono Uomini che nessuna mano oscura
o tonnellate di tritolo potranno mai annientare.
Finché sulla terra vivrà un giusto, di sicuro saprà il tuo nome.
Commenti
Sgorda d'anima ogni tuo verso che esprime sentimenti profondi per la propria terra, la propria "gente".
Solo. L'hanno lasciato solo.
on un amico e due pistole.
Mi piace l'impostazione che hai usato, i termini, tutto.
Brava Ibla!
Carla