Un trionfo annunciato… il tour del regno,
ogni metallo trasformato in oro,
la povertà un ricordo lontano, il sogno
che si avvera a comando, il lavoro
è a buon punto per Re Mida e la sua corte.
Poi l’incontro col poeta errante, le carte
rimescolate nel mazzo e il capolavoro
dell’oro trasformato in metallo nel coro
di versi dismessi dal vocabolario. Lo sdegno
dei sudditi trasformato in ribellione,
la ricchezza va difesa con la spada
e la prigione. Re Mida è vulcano in eruzione,
i poeti vanno esiliati tutti, accada
quel che accada. “Maestà sia clemente,
è dell’amore sfortunato la colpa, il dente
da estirpare, non della poesia, in questa contrada”.
“E’ della tua fiamma il peccato? L’opzione
è la galera per entrambi, in forma cruda”
"Davvero mio sovrano volete imprigionare
la vostra consorte? Perché è giusto
che lo sappiate, è lei che amo da impazzire”
E il brusio che si levò dalla folla, al gusto
d’eccitazione, fu l’apice dell’affronto:
Re Mida volse lo sguardo alla moglie, il conto
delle lacrime sul volto fece il resto.
Che tutto debba andare in malora per un amore
molesto? Le ricchezze a rischio per un pretesto
del cuore? E il divorzio fu dichiarato a furore
di popolo. “Che siate felici e maledetti,
che sia la miseria il vostro orizzonte
sino alla morte” La regina dei banchetti
si sfilò la corona e consegnò il diamante
della collana. Gli occhi bassi e un sorriso
di liberazione, la folla lanciò riso
come al matrimonio e aspettò adorante
che ogni metallo tornasse oro. I confetti
dei nuovi sposi sparsi per l’Atlante
divennero madrigali, odi e sonetti.
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